La decisione di una coppia trentina di far nascere la loro bambina in casa, lontano dagli ospedali, si è trasformata in tragedia. Nonostante avessero organizzato il parto con due ostetriche di un’associazione privata, la nascita è stata complicata dalla posizione podalica del feto, portando a gravi lesioni per la neonata, che hanno causato una disabilità permanente.
Il contesto e la tragedia
La coppia, desiderosa di un parto più naturale e intimo, aveva insistito per una nascita domiciliare. Tuttavia, le complicazioni sono insorte durante il parto a causa della posizione podalica del feto. Nonostante gli avvertimenti della ginecologa, che aveva fissato un parto cesareo per il 28 settembre 2017, la coppia ha proseguito con il parto in casa. Il travaglio era iniziato il 26 settembre, e la bambina è nata il giorno seguente alle 9:15, ma i sanitari del 118, arrivati poco dopo, l’hanno trovata in condizioni critiche: cianotica, in ipotermia, ipotonica e in arresto cardiorespiratorio. Nonostante il trasporto d’urgenza all’ospedale Santa Chiara di Trento, le lesioni causate dalla mancanza di ossigeno erano già gravi.
La sentenza
Il dramma familiare si è trasformato anche in un caso giudiziario. La giudice Greta Mancini ha condannato i genitori e le due ostetriche per lesioni gravissime. Entrambi i genitori, difesi dall’avvocato Andrea de Bertolini, e una delle ostetriche, difesa dall’avvocato Roberto Bertuol, hanno ricevuto una pena di tre mesi. L’altra ostetrica, accusata anche di falso in atto pubblico e rappresentata da un’avvocata di Roma, è stata condannata a nove mesi. Le pene sono state sospese per tutti. Inoltre, è stata stabilita una provvisionale di 600mila euro per la bambina, cifra inferiore al milione richiesto dall’avvocata Marina March, curatrice speciale della minore. La quantificazione esatta del danno sarà definita in sede civile.
Le indagini
Le indagini, coordinate dal pm Alessandra Liverani, hanno evidenziato che i genitori erano consapevoli dei rischi associati al parto domiciliare, specialmente per la posizione podalica del feto. Nonostante le complicazioni insorte due giorni prima del parto, la coppia non ha seguito il consiglio di recarsi in ospedale. Questa mancanza di azione tempestiva ha aggravato la situazione, portando alla tragedia.