Quattro medici e altrettanti operatori sanitari del Pronto soccorso dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce sono sotto inchiesta per un presunto caso di malasanità. La vicenda riguarda una donna di 69 anni colpita da aneurisma cerebrale dopo aver atteso sei ore e mezza per essere visitata dai medici. L’episodio è avvenuto nella notte tra il 18 e il 19 febbraio scorso. La donna, residente a Cavallino, nell’hinterland leccese, è ora in stato vegetativo in una struttura sanitaria, sottoposta a un programma di riabilitazione che i familiari ritengono difficilmente efficace.
In pronto soccorso per quasi 7 ore, ma nessuno la visita
Secondo la ricostruzione dei familiari, assistiti dall’avvocato Giuseppe Antonio Stanca, il 16 febbraio la donna aveva accusato forti mal di testa mentre era a casa di una delle figlie. Nonostante l’intervento del 118, non sono stati disposti ulteriori accertamenti e la situazione clinica della donna non è migliorata. Successivamente, al Pronto soccorso del Fazzi, è stata rimandata a casa con una “terapia blanda” senza eseguire approfonditi esami. Tornata al Pronto soccorso nel pomeriggio dello stesso giorno, durante la lunga attesa ha avuto un attacco di vomito, interpretato dai parenti come segno di sofferenza cerebrale. Nella notte del 19 febbraio è stato necessario un intervento d’urgenza, ma i danni cerebrali riportati dalla donna sono stati gravi, limitando seriamente le sue facoltà cognitive.
Aperta un’inchiesta contro il personale sanitario
L’avvocato Stanca sostiene che la paziente è stata colpita da aneurisma cerebrale dopo sei ore e mezza di attesa al Pronto soccorso e che nei giorni precedenti non è stata sottoposta a TAC o ad altri esami che avrebbero potuto evidenziare problemi cerebrali. Inoltre, quando si è presentata nel pomeriggio del 18 febbraio, le è stato assegnato un codice verde (urgenza minore), nonostante i sintomi gravi. L’Asl, interpellata tramite l’ufficio stampa, non ha fornito spiegazioni sull’eventuale avvio di una verifica interna.