Martedì scorso, vicino a Port Macquarie, in Australia, Kai McKenzie, un surfista di 23 anni, ha subito un grave attacco da parte di uno squalo bianco di tre metri. Nonostante la violenza dell’incidente, McKenzie è riuscito a difendersi, ma ha perso la gamba destra, tranciata dall’animale. Testimoni raccontano che McKenzie, australiano di nascita, è riuscito a sfruttare un’onda per raggiungere la riva, dove è stato soccorso da un passante che ha utilizzato il guinzaglio del suo cane come laccio emostatico per fermare l’emorragia.
Surfista attaccato da uno squalo, ritrovata la gamba mozzata
Poco dopo l’incidente, la gamba di McKenzie è stata ritrovata e conservata sotto ghiaccio dalla gente del posto. Il surfista è stato immediatamente trasportato a un ospedale locale e poi trasferito in un importante centro traumatologico a circa 200 chilometri di distanza. I medici stanno valutando la possibilità di riattaccare l’arto, ma le sue condizioni rimangono gravi ma stabili. I rapporti locali indicano che McKenzie è rimasto calmo e in grado di parlare dopo l’attacco.
Corsa contro il tempo per riattaccarla
McKenzie aveva recentemente ripreso a praticare surf dopo aver subito un grave infortunio al collo. Per sostenere le spese mediche e di riabilitazione, è stata creata una pagina su GoFundMe che ha raccolto finora 75.000 dollari australiani (circa 45.000 euro). Questo sostegno economico è fondamentale per aiutare la famiglia di McKenzie ad affrontare le spese impreviste. L’Australia è nota per avere il maggior numero di attacchi di squali al mondo, dopo gli Stati Uniti. Tuttavia, gli attacchi mortali sono relativamente rari. Gli incidenti come quello di McKenzie sollevano importanti questioni sulla sicurezza in acqua e sulla necessità di misure preventive per ridurre il rischio di attacchi di squali.