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Quattro morti per hantavirus: cos’è e come si trasmette la “febbre dei topi”

Negli Stati Uniti è scattata l’allerta sanitaria per l’infezione da hantavirus, conosciuta anche come “febbre dei topi”. Questo virus, trasmesso principalmente dai roditori, ha già causato sette infezioni e tre decessi in Arizona, oltre a due casi e un decesso in California dall’inizio dell’anno. Gli hantavirus sono virus a RNA che possono portare a malattie gravi e spesso fatali negli esseri umani, come la febbre emorragica con sindrome renale e la sindrome polmonare da hantavirus.

Cos’è l’hantavirus e come si trasmette

L’infezione da hantavirus, o “febbre dei topi”, è causata da virus a RNA che si trovano nei roditori selvatici. Il contagio avviene principalmente attraverso l’inalazione di particelle di saliva, urina o feci di roditori infetti. Anche se più raramente, il virus può essere trasmesso tramite morsi o graffi di un roditore. È importante sottolineare che, ad eccezione di un particolare sierotipo noto come ortohantavirus delle Ande, gli hantavirus non si trasmettono da persona a persona.

Le recenti temperature estreme e le forti piogge sono ritenute responsabili dell’aumento delle infezioni da hantavirus in alcune aree degli Stati Uniti. Queste condizioni climatiche avverse spingono i roditori infetti a cercare rifugio in ambienti chiusi, aumentando così le probabilità di contatto con gli esseri umani. Inoltre, le abbondanti piogge favoriscono la crescita della vegetazione, aumentando la disponibilità di cibo per i roditori e, di conseguenza, la loro attività e popolazione.

I sintomi dell’infezione

I sintomi dell’infezione da hantavirus sono inizialmente aspecifici e possono facilmente essere confusi con quelli di altre malattie, come l’influenza. I primi segnali includono febbre alta, mal di testa, dolori muscolari, nausea, vomito e affaticamento. Questi sintomi generici rendono difficile una diagnosi precoce senza un’adeguata analisi di laboratorio.

La febbre emorragica con sindrome renale

Questa forma di infezione da hantavirus presenta un periodo di incubazione di 2-4 settimane e progredisce attraverso cinque fasi: febbrile, ipotensiva, oligurica, poliurica e convalescente. Inizialmente, la febbre emorragica si manifesta con uno stato febbrile seguito da ipotensione e insufficienza renale. La fase oligurica, caratterizzata da un’escrezione urinaria inferiore ai 500 ml al giorno, rappresenta il momento di maggior rischio di mortalità. Successivamente, il volume urinario aumenta (poliuria) e il paziente entra nella fase di convalescenza. Complicazioni emorragiche, come sanguinamento intestinale ed ematuria, possono anche svilupparsi.

La sindrome polmonare da hantavirus

analisi di laboratorio
La sindrome polmonare da hantavirus (foto ANSA) Blitz Quotidiano

Dopo un periodo di incubazione che varia dai 16 ai 24 giorni, la sindrome polmonare da hantavirus si manifesta inizialmente con sintomi febbrili. Successivamente, compaiono tosse, mancanza di respiro e tachicardia, dovute all’accumulo di liquido nei polmoni (edema polmonare). In alcuni casi, può verificarsi una combinazione di febbre emorragica con sindrome renale e sindrome polmonare da hantavirus, complicando ulteriormente il quadro clinico.

Diagnosi e trattamento

La diagnosi dell’infezione da hantavirus viene confermata attraverso test di laboratorio, come analisi sierologiche o PCR. La sospetta infezione si basa sui segni clinici, come l’edema polmonare inspiegabile o la diatesi emorragica accompagnata da insufficienza renale, in pazienti con possibile esposizione ai roditori. Attualmente, non esiste una terapia antivirale specifica per l’infezione da hantavirus; il trattamento è quindi principalmente di supporto, focalizzato sulla gestione dei sintomi e sul miglioramento delle condizioni generali del paziente.

Prevenzione e controllo dell’infezione

La prevenzione dell’infezione da hantavirus si basa principalmente sulla riduzione del contatto con i roditori infetti e i loro escrementi. È fondamentale adottare misure igieniche adeguate, come mantenere puliti gli ambienti domestici, sigillare le crepe nelle abitazioni per impedire l’ingresso dei roditori e utilizzare mascherine e guanti quando si puliscono aree potenzialmente contaminate. Inoltre, è consigliabile evitare di disturbare o manipolare i nidi dei roditori.

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