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Meloni e la lettera a von der Leyen, Gasparri: denuncia le ipocrisie della sinistra

Meloni e lettera a von der Leyen, Gasparri: denuncia le ipocrisie della sinistra

“Per quanto riguarda la Rai,- commenta Gasparri- ha ben ragione la Presidente del Consiglio Meloni che, con la sua lettera alla von der Leyen, ha denunciato le ipocrisie della sinistra.

Fu Renzi a rafforzare i poteri dell’Amministratore delegato della Rai

Maurizio Gasparri alla scrivania, dietro la bandiera di Forza Italia.
Meloni e la lettera a von der Leyen, Gasparri: denuncia le ipocrisie della sinistra – Blitzquotidiano.it (foto Ansa)

“Fu Renzi, infatti, – continua Gasparri- allora Presidente del Consiglio e Segretario del Pd, a rafforzare i poteri dell’Amministratore delegato. Andando in contrasto con una parte della legge vigente e con le sentenze della giurisprudenza della Corte Costituzionale.

La legge che io ho portato all’approvazione vent’anni fa, che in larga parte è ancora in vigore, è pienamente rispettosa dei principi costituzionali, che affermano la centralità del Parlamento.

Infatti, secondo la mia legge, non solo i consiglieri di amministrazione Rai, in larga parte, devono essere espressione del Parlamento, come tuttora avviene, ma i poteri sostanziali erano affidati al Consiglio di amministrazione, per l’appunto, formato in maggioranza da consiglieri eletti dal Parlamento.”

La riforma Renzi ha sbilanciato la situazione

“È stata la riforma Renzi- dice ancora il senatore forzista- che ha sbilanciato la situazione a favore del direttore generale, trasformato in amministratore delegato con poteri, a mio avviso, troppo ampi.

La legge Gasparri quindi va benissimo. Quella che è in vigore da 20 anni, salvo quella modifica a un punto che secondo me non è conforme ai principi sanciti dalla Corte Costituzionale, che ha sempre ribadito la necessità di una prevalenza del Parlamento sul governo.

Di fatti ci opponemmo a quella modifica. Per il resto l’attuale normativa affida scelte e poteri al Parlamento, come chiede la Corte Costituzionale.

Su quella parte, il 90% della legge, non c’è alcuna modifica da fare. Altrimenti si andrebbe contro le sentenze che, dal ‘75 al 2009, la Corte Costituzionale ha emesso e che noi abbiamo pienamente rispettato. È Renzi con il PD che non hanno rispettato la giurisprudenza della Corte.

E semmai questo punto va rivisto per dare maggiori poteri al Consiglio di amministrazione, espressione del Parlamento e del pluralismo.

Principi che noi abbiamo rispettato e che la sinistra calpesta regolarmente.”

Tornare al testo precedente in larga parte in vigore

“Basterebbe quindi- conclude Gasparri- per rispettare i principi costituzionali, tornare al testo precedente che, ripeto, in larga parte è in vigore e porterà anche in quest’occasione alla elezione di una maggioranza di consiglieri espressione del Parlamento.

Non bisogna fare nessun’altra rivoluzione. Le sentenze della Corte sono chiare. Il potere sostanziale deve essere nelle mani del Parlamento. Come in effetti è stato in base alla mia legge e potrebbe essere nuovamente in maniera più ampia se faremo delle modifiche che ripristino in toto ciò che era.

Per quanto riguarda le riflessioni europee sono in larga parte infondate e strumentali. Penso al cosiddetto rapporto sull’informazione di quattro personaggi che non hanno nessuna valenza.

Per quanto riguarda altri aspetti, non si può trasferire dal Parlamento ad organi privi di una legittimazione democratica il ruolo di editore del servizio pubblico. Nessuno organismo avrebbe più legittimazione del Parlamento. Ed è su questo che si basa la cosiddetta legge Gasparri, seguendo la giurisprudenza della Corte. Infatti, le uniche modifiche in peggio le ha fatte la sinistra”.

La lettera alla presidente della Commissione europea

Nella lettera alla presidente della Commissione europea, a risposta della relazione sullo stato di diritto pubblicata il 24 luglio, Giorgia Meloni si è espressa giudicando strumentali le critiche nei confronti del Governo. Ha respinto l’affermazione secondo cui ” il sistema di governance della RAI non garantirebbe la piena indipendenza del servizio pubblico, che sarebbe soggetto ad un’eccessiva ingerenza politica”.

La Presidente del Consiglio ha inoltre ricordato che “la riforma della Rai, che ha disegnato l’attuale sistema di governance dell’azienda, è stata ideata e realizzata nel 2015 dall’allora partito di maggioranza relativa (il Partito Democratico) durante il governo guidato da Matteo Renzi, con la contrarietà del partito da me guidato (Fratelli d’Italia). Se dunque esiste un problema di ingerenza politica dovuta alla normativa esistente, questo non può certo essere imputato a chi quella norma l’ha subita.”

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