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Olimpiadi 2024: il covid dilaga e piega Noah Lyles, l’uomo più veloce del mondo sui 100 metri

Olimpiadi nella pandemia. A Parigi dilaga il covid e colpisce gli atleti. Ma sono giovani e forti e gareggiano lo stesso e vincono anche se gli organizzatori francesi, colpevoli di regole molto blande, li isolato in un albergo fuori dal villaggio olimpico. Così è capitato al nuotatore britannico Adam Peaty e ai nuotatori australiani Lani Pallister e Zac Stubblety-Cook. Sono questi alcuni degli atleti che, durante queste Olimpiadi, hanno gareggiato pur avendo il Covid. Atleti che battuto il Covid ma si sono dovuti accontentare di una medaglia di bronzo.

Stesso destino per Noah Lyles. L’uomo più veloce del mondo (ha vinto l’oro pochi giorni fa sui 100 metri con un tempo di 9.784 secondi, Livio Berruti vinse l’oro alle Olimpiadi di Roma nel 1960 in 10″2) non ce l’ha fatta nei 200 metri olimpici maschili sempre per colpa del Covid.

Noah Lyles, l'alteta americano presente alle Olimpiadi
Olimpiadi 2024: il covid dilaga e piega Noah Lyles, l’uomo più veloce del mondo sui 100 metri (foto Ansa) – Blitz Quotidiano

L’impresa eroica di Noah Lyles

Quella di Lyles è stata però un’impresa eroica raccontata da David Wharton del Los Angeles Times . Pochi minuti dopo che Noah Lyles è crollato sulla pista, il personale medico lo ha trasportato in sedia a rotelle lungo un lungo corridoio sotto alle tribune dello Stade de France. Qualcuno gli ha chiesto se voleva chiamare sua madre e Lyles ha scosso la testa.

L’uomo più veloce del mondo era stato rallentato dal Covid. Pochi giorni dopo aver vinto l’oro in un emozionante e storico 100 metri, un Lyles indebolito ha comunque lottato ed è arrivato terzo nella sua specialità, i 200 metri. Il risultato ha messo fine alla volontà di vincere la staffetta dei 100, 200 e 400 metri vinta per l’ultima volta dal leggendario Usain Bolt.

All’insaputa di quasi tutti, Lyles aveva subito un duro colpo pochi giorni prima. Il problema era infatti sorto martedì mattina, ossia 36 ore dopo la sua vittoria nei 100. “Mi sono svegliato nel cuore della notte con brividi, dolori, mal di gola”, ha detto. “E questi sono un po’ i sintomi che ho sempre avuto prima di contrarre il Covid”. E’ risultato positivo al test: a questo punto è stato trasferito senza troppo clamore in un hotel fuori dal villaggio olimpico dove è rimasto per i giorni successivi. Solo il suo allenatore e la sua famiglia sapevano la ragione della sua assenza.  “Perché vorresti dire ai tuoi concorrenti che sei malato?” ha detto poi Lyles, “Perché vorresti dare loro un vantaggio su di te?”

Grazie ai protocolli sanitari molto “rilassati” dei Giochi di Parigi, a Lyles è stato permesso di continuare ad allenarsi e competere nei primi turni dei 200. Se sembrava un po’ sotto tono non era poi così insolito: ai preliminari dei 100 metri, Lyles non era stato molto brillante.  Sebbene la sua ragazza, la runner giamaicana Junelle Bromfield, gli avesse detto che aveva tossito tutta la notte, i sintomi sembravano essere svaniti la mattina di giovedì.

Durante le presentazioni per i 200 metri, Lyles è apparso in pista come sempre, saltellando su e giù e agitando i pugni. Quando è iniziata la gara ha scommesso su una partenza veloce ma non è riuscito a ottenere il tipo di finale che in passato lo ha portato alle sue vittorie. A proposito del Covid ha detto che “ha sicuramente influenzato la mia prestazione” ed ha stimato di sentirsi “al 90%-95%” della sua massima forza.

Tebogo, nel frattempo, è uscito dalla curva in forma. Dopo aver visto la vittoria di Lyles ai campionati mondiali dell’anno scorso, si era allenato duramente ed è riuscito ad avere lo  slancio che lo ha portato fino al rettilineo finale. Bednarek ha provato a seguirlo ma non è riuscito a colmare il divario ottenendo la medaglia d’argento che aveva vinto anche tre anni fa a Tokyo. “Questo risultato non è quello che volevo ma sono felice di essere tornato sul podio”.

Pochi istanti dopo il traguardo Lyles è crollato e si è sdraiato sulla pista, lottando contro la mancanza di respiro e i dolori al petto. Il personale medico gli ha portato dell’acqua e lo ha aiutato ad alzarsi in piedi prima di portarlo via su una sedia a rotelle. Sua madre è scesa dagli spalti inseguendo il figlio lungo il corridoio. Quasi un’ora dopo, l’alteta si è presentato davanti ai giornalisti indossando una mascherina nera. Non gli era mai passato per la testa di ritirarsi dai 200, ha detto. “Sono più orgoglioso di me stesso che di ogni altra cosa, per essere uscito e aver ottenuto la medaglia di bronzo con il Covid”, ha dichiarato.

Letsile Tebogo del Botswana è arrivato primo ed ha vinto la prima medaglia d’oro del suo paese con un tempo di 19,46. Kenny Bednarek degli Stati Uniti è arrivato secondo.
Il 21enne Tebogo è una stella nascente dell’atletica: mentre tagliava il traguardo si è dato una pacca sul petto. “È stata davvero una bella gara per me”, ha poi detto. Il ragazzo ha recentemente perso la madre ed ha deciso di scrivere la sua data di nascita sulle scarpe. “Abbiamo avuto i nostri alti e bassi, ma ci siamo solo assicurati di farcela ad arrivare alle Olimpiadi”.

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