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Debiti col Fisco: come funziona la novità che ti salva, spiegato dai CAF

Esistono varie strategie per affrontare la problematica, spesso angosciante, dei debiti col fisco: la novità arriva con l’ultima riforma.

Attualmente, secondo l’ISTAT sono circa 19 milioni gli italiani che affrontano debiti col fisco. La situazione piuttosto critica ha destato preoccupazioni anche a livello europeo, e non è un caso che, con la concessione dei fondi del PNRR, l’UE abbia chiesto all’Italia di adottare soluzioni più efficaci per aiutare i contribuenti a risolvere i loro debiti, senza tuttavia far sì che i crediti statali siano messi in secondo piano.

Si parla anche troppo spesso di possibili soluzioni per affrontare l’annoso problema dei debiti. In pochi casi, tuttavia, gli aiuti tesi ai contribuenti si rivelano seriamente efficaci. Negli ultimi mesi, per esempio, la politica nazionale ha promosso più iniziative di rottamazione e rateizzazione dei sospesi. Con rottamazione e saldo e stralcio, il Governo Meloni ha cercato di ridurre la pressione debitoria attraverso la definizione agevolata dei sospesi, cioè permettendo di ridurre l’importo dovuto alle amministrazioni (Stato, INPS e Agenzia dell’Entrate) eliminando sanzioni e interessi.

L’altra strategia sponsorizzata a livello istituzionale è quella dell’accertamento con adesione. In pratica, una procedura attraverso cui l’AdE presenta al debitore un piano di pagamento agevolato, con sconti sulle sanzioni previste e accumulate. Inoltre è possibile avviare una sorta di negoziazione alternativa con l’Agenzia dell’Entrate attraverso la cosiddetta transazione fiscale: un metodo teso a ridurre l’importo debitorio in casi di evidente difficoltà.

La novità introdotta sui debiti col fisco

Pochi valutano invece la possibilità di sfruttare la normativa sul sovraindebitamento. Si tratta di una procedura attivata dal tribunale che permette di eliminare i debiti accumulati. Una seconda ed estrema possibilità offerta ai debitori, insomma, per far sì che i debiti siano pagati in base alle proprie possibilità economiche oggettive senza rischiare di dover vivere una vita poco dignitosa.

La riforma fiscale del Governo Meloni è intervenuta anche sulle sanzioni, cercando attraverso una novità normativa, una strategia per favorire la soluzione dei debiti col fisco di tanti italiani. Tra le varie disposizioni introdotte dalla riforma ci sono infatti importanti novità relative al potenziamento dell’adempimento collaborativo. Nei piani dell’esecutivo di tratta di rafforzare la cooperazione tra contribuenti e amministrazione finanziaria.

Un ragazzo preoccupato legge un documento
La novità introdotta sui debiti col fisco Blitzquotidiano.it

Per ridurre il carico fiscale sui cittadini e sulle imprese, il Governo ha deciso di dimezzare le sanzioni previste per chi non dichiara le tasse. A maggio scorso, infatti, il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto speciale che sospende le nuove regole per il redditometro e riduce le multe per l’omessa dichiarazione.

Secondo la maggioranza di Governo, la novità non solo favorisce i contribuenti afflitti da debiti con le amministrazioni, ma avvicina anche l’Italia agli standard europei in merito al recupero dei crediti fiscali. Suona paradossale solo all’apparenza.

Anche se richiedere meno sanzioni e multe comporta l’effetto immediato di minori entrate per lo Stato nel bilancio tributario, il Governo crede che oneri più bassi incoraggeranno una maggiore conformità fiscale riducendo l’evasione.

Sconti ingenti per l’omessa o infedele dichiarazione

La riforma fiscale introduce una distinzione più chiara tra crediti inesistenti e non spettanti. E non è tutto: il Governo ha anche insistito per favorire una maggiore integrazione tra sanzioni amministrative e penali. In generale, si garantisce l’applicazione del principio del ne bis in idem per evitare duplicazioni.

Ragazzo che paga con carta di credito
Sconti ingenti per l’omessa o infedele dichiarazione Blitzquotidiano.it

Le nuove sanzioni saranno dunque proporzionate per garantire maggiore certezza del diritto e per tutelare i contribuenti. Sempre in accordo con l’obiettivo di partenza di rafforzare la fiducia dei cittadini nell’amministrazione finanziaria: il cosiddetto Fisco amico.

Prima per omessa o infedele dichiarazione dei redditi, le sanzioni potevano far salire il debito fino al 280%. Ora, invece, al contribuente verrà chiesto non più del 120% dell’ammontare dovuto. Per la dichiarazione infedele si passa dalla precedente forbice di 90-180% al 70% fisso.

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