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Badante italiano si autoaccusa di 4 omicidi: anziani le vittime, voleva farli morire dolcemente per compassione

La Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ha disposto il fermo del 48enne Mario Eutizia, che ieri mattina si è recato dai carabinieri di Caserta e si è autoaccusato, supportato dai suo avvocati Antonio Daniele e Gennaro Romano, di quattro omicidi, tutti di persone presso cui aveva svolto il ruolo di badante. Le vittime risiedevano in Cilento, a Casoria e a Latina.

Dosi di massicce di sedativi agli anziani che assisteva

Avrebbe somministrato dosi di massicce di sedativi agli anziani che assisteva, fino a quattro volte in più di quelle prescritte. Il suo scopo era portarli “dolcemente” verso la morte, “spinto da una profonda compassione e pietà degli stessi”, essendo persona molto anziane e gravemente malate.

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Badante italiano si autoaccusa di 4 omicidi: anziani le vittime, voleva farli morire dolcemente per compassione (foto Ansa-Blitzquotidiano)

È così che il badante ha confessato e spiegato al pubblico ministero di Santa Maria Capua Vetere Annalisa Imparato i suoi delitti, risalenti al 2014, quando avrebbe ucciso due anziani a Latina, non ancora però identificati.

I delitti nel 2014

I carabinieri di Caserta hanno potuto invece accertare l’identità degli ultimi due decessi confessati da Eutizia, avvenuti pochi mesi fa: quello dell’89enne Luigi Di Marzo, morto a Casoria (Napoli) nel dicembre scorso, e del 96enne Gerardo Chintemi, deceduto a Vibonati (Salerno) nel marzo di quest’anno.

I militari hanno contattato i parenti dei due anziani, constatando che Eutizia aveva prestato servizio come badante presso entrambi, e che a Vibonati era stato anche denunciato dai carabinieri per aver rubato l’auto dell’anziano dopo la morte di quest’ultimo; i due anziani erano affetti da patologie oncologiche e demenze senili, e prendevano sedativi come il Talofen e il Trittico.

Peraltro lo stesso Eutizia, è emerso, è paziente oncologico e assumeva tali farmaci, per cui ne conosceva gli effetti letali in caso di assunzione lenta e continua di dosi massicce.

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