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Sempre più morti sul lavoro, 577 nei primi sette mesi del 2024

Nei primi sette mesi del 2024, l’Inail ha registrato un aumento del 3,2% degli incidenti mortali sul lavoro in Italia, con un totale di 577 decessi. Questo incremento, sebbene preoccupante, si inserisce in un contesto più ampio di variazioni nei dati sugli infortuni e le malattie professionali.

I numeri

Le denunce di infortunio sul lavoro sono state 350.823, segnando un aumento dell’1,7% rispetto allo stesso periodo del 2023, ma un calo del 20,5% rispetto al 2022. Le patologie di origine professionale denunciate sono aumentate del 22,6%, raggiungendo quota 54.471. I 577 decessi registrati nei primi sette mesi del 2024 rappresentano un incremento di 18 casi rispetto allo stesso periodo del 2023 e di 8 rispetto al 2022. Tuttavia, è un numero inferiore rispetto ai periodi del 2019 (22 decessi in meno), 2020 (139 in meno) e 2021 (100 in meno).
Settori e Territori:

L’industria e i servizi hanno visto un incremento delle denunce mortali da 484 a 486, l’agricoltura da 59 a 71, e il Conto Stato da 16 a 20. Le costruzioni hanno registrato 79 decessi (contro 58 nel 2023), mentre il comparto manifatturiero ha visto 55 decessi (51 nel 2023). Al contrario, il trasporto e magazzinaggio ha visto una diminuzione a 46 decessi rispetto ai 61 del 2023.

morti sul lavoro
Sempre più morti sul lavoro, 577 nei primi sette mesi del 2024 (foto ANSA) – Blitz quotidiano

Gli incrementi più significativi sono stati nel Nord-Est (da 120 a 127 decessi) e nelle Isole (da 44 a 65), con un calo al Sud (da 127 a 118) e nel Nord-Ovest (da 155 a 154). Le regioni con maggiori aumenti includono Emilia-Romagna (+21), Sicilia (+17) e Lazio (+9). Le Regioni con cali più evidenti sono Veneto (-14), Marche e Piemonte (-6 ciascuna), Umbria, Friuli Venezia Giulia e Puglia (-5 ciascuna).

Distribuzione per nazionalità e età

Le denunce dei lavoratori italiani sono diminuite da 456 a 447, mentre quelle degli extracomunitari sono aumentate da 79 a 98 e dei comunitari da 24 a 32. Incrementi sono stati osservati tra gli under 15 (da 1 a 2 casi), i 20-24enni (da 25 a 29), i 35-39enni (da 34 a 39), i 45-59enni (da 250 a 269), i 65-69enni (da 32 a 40) e gli over 74 (da 7 a 12). Riduzioni sono state registrate tra i 15-19enni (da 11 a 9), i 25-34enni (da 57 a 47), i 40-44enni (da 48 a 43) e i 60-64enni (da 81 a 72).

 

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