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Maria Rosaria Boccia, nuovo attacco a Sangiuliano: “Minacciare denunce è un’estorsione”

La vicenda tra Gennaro Sangiuliano, ex Ministro della Cultura, e l’imprenditrice Maria Rosaria Boccia si sta spostando nelle aule di giustizia. Dopo la fine della loro relazione, la situazione ha preso una piega legale, con Sangiuliano che presenterà una denuncia contro Boccia per tentata estorsione. Questa decisione segue di poche ore le dimissioni del ministro, mentre Boccia non ha tardato a rispondere, criticando Sangiuliano sui social e lasciando intendere che anche lei potrebbe intraprendere azioni legali.

Boccia, attraverso il suo profilo Instagram, ha lanciato accuse dirette all’ex Ministro: “Le denunce non si minacciano, si fanno”, insinuando che le continue minacce di Sangiuliano abbiano un “sapore di estorsione”. Le parole dell’imprenditrice aprono la possibilità di uno scontro legale su più fronti.

Accuse reciproche e coinvolgimento della magistratura

Dal lato dell’ex ministro, il suo difensore, Silverio Sica, ha confermato che la denuncia contro Boccia sarà depositata a breve e accompagnata da documenti a sostegno, tra cui le spese personali per viaggi pagati con la carta di credito di Sangiuliano. L’obiettivo della difesa è dimostrare la correttezza dell’ex ministro, sottolineando che “mai un euro è stato speso per la dottoressa Boccia”. Parallelamente, un altro filone investigativo potrebbe riguardare presunti reati di indebita destinazione di denaro pubblico e rivelazione di segreti d’ufficio, legati alle trasferte con Boccia e alla gestione del G7 della cultura a Pompei. Gli inquirenti potrebbero avviare indagini formali acquisendo documenti e ascoltando testimoni.

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Maria Rosaria Boccia, nuovo attacco a Sangiuliano: “Minacciare denunce è un’estorsione” (foto ANSA) – Blitz quotidiano

Futuri sviluppi e possibili nuove indagini

Nonostante le dimissioni di Sangiuliano, il caso potrebbe finire davanti al tribunale dei ministri, che conserva la competenza in caso di iscrizioni nel registro degli indagati. Gli inquirenti, per fare chiarezza, potrebbero esaminare anche profili social anonimi che hanno diffuso informazioni e foto sul caso. Infine, la Corte dei Conti potrebbe aprire un’indagine per verificare eventuali danni all’erario legati all’uso di fondi pubblici per trasferte e appalti.

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