Succede a livello nazionale e locale: l’accumularsi dei debiti determina la fine di bonus ed esenzioni. E i beneficiari?
I debiti di bilancio di uno Stato, di una Regione o di un Comune possono decretare la fine di esenzioni e bonus concessi ai cittadini. Quando un’istituzione è in difficoltà finanziarie, non è raro che sia costretta a rivedere le proprie politiche di spesa. Il tutto per rispettare i vincoli di bilancio o per non accumulare altri debiti. Ed è così che arrivano le riduzioni o le sospensioni di alcune agevolazioni fiscali oppure di bonus già attesi dai possibili beneficiari.
Lo stesso Governo Meloni, per poter finanziare le proprie iniziative di riforma (taglio del cuneo fiscale, riduzione delle aliquote IRPEF, eccetera), ha adottato misure correttive, come revisioni e cancellazioni, di esenzioni e bonus introdotti dal precedente esecutivo. Nel 2023 è arrivato lo stop al reddito di cittadinanza. Nel 2024 sono stati cancellati il bonus trasporti, il bonus vista, il bonus case green e quello idrico. Ridotti anche il Superbonus e bonus mobili…
Gli aventi diritto, che magari avevano già fatto domanda per l’aiuto, rispettando tutti i requisiti, e che si aspettano di poter usufruire del bonus o dell’agevolazione, devono a quel punto arrendersi. Se l’istituzione taglia i fondi disponibili, c’è poco da fare, purtroppo. Una cosa simile è successo di recente anche in un paese in provincia di Cremona.
Esenzioni cancellate per debiti: il Comune alza le mani
La normativa vigente richiede che i Comuni mantengano un equilibrio di bilancio, e per risparmiare le amministrazioni locali non possono far altro che attuare tagli nelle spese non essenziali. Così a San Daniele Po, in provincia di Cremona, a causa dei debiti, è arrivato lo stop immediato alle esenzioni previste per i servizi scolastici. La decisione è stata presa dal commissario prefettizio Gianpaola Modolo come inevitabile contromisura al dissesto finanziario dichiarato dall’amministrazione guidata dall’ex sindaco Davide Persico.
Nella delibera commissariale si spiega che, per garantire la totale copertura delle spese relative ai servizi di mensa e trasporto delle scuole presenti, e per rispettare il progetto di risanamento del bilancio (che si trova ancora in dissesto finanziario), si è ritenuto necessario annullare le soglie ISEE relative ai servizi scolastici approvate con delibera della giunta comunale del 23 gennaio 2024 per l’anno scolastico 2024/2025.
Senza aiuti comunali, le famiglie in difficoltà dovranno provare quindi a rivolgersi ai bandi regionali, dato che a livello nazionale, almemo per quest’anno, non sono più previsti bonus per l’acquisto dei libri, per i contributi alla mensa e ai trasporti scolastici.
Ciò significa che, indipendentemente dal reddito della famiglia, la tariffa sarà uguale per tutti. E le famiglie più povere non potranno più richiedere al Comune una prestazione sociale agevolata. Le spese, insomma, saranno uguali per tutti.