Negli ultimi anni, sempre più studi hanno evidenziato come i modelli di sonno e il ritmo circadiano, l’orologio biologico interno che regola le nostre attività quotidiane, possano influenzare profondamente la salute. Tra le scoperte più recenti, emerge una connessione tra i cosiddetti “nottambuli”, ovvero coloro che preferiscono andare a dormire tardi, e un rischio elevato di sviluppare il diabete di tipo 2.
In passato, si pensava che questo legame fosse determinato principalmente da uno stile di vita meno sano: dormire meno ore, consumare pasti notturni e avere meno tempo per l’attività fisica. Tuttavia, nuove ricerche suggeriscono che l’aumento del rischio di diabete per i nottambuli è in gran parte indipendente da questi fattori comportamentali.
Il cronotipo tardivo e il rischio di diabete
Il cronotipo è un termine usato per descrivere le preferenze naturali di una persona riguardo ai cicli sonno-veglia. Alcune persone, definite “mattinieri”, preferiscono svegliarsi presto e sono più attive nelle prime ore della giornata. Altre, invece, i “nottambuli”, tendono a rimanere sveglie fino a tardi e faticano a svegliarsi presto al mattino.
Gli studi hanno dimostrato che il cronotipo tardivo, ovvero la tendenza a dormire e svegliarsi più tardi, è associato a un rischio maggiore di sviluppare il diabete di tipo 2. Il diabete di tipo 2 si verifica quando il corpo non utilizza correttamente l’insulina, l’ormone che regola il livello di zucchero nel sangue. Se non controllato, può portare a gravi complicazioni come malattie cardiache, danni ai reni e problemi di vista.
In precedenza, si riteneva che le persone con un cronotipo tardivo avessero abitudini di vita meno sane, come un’alimentazione sregolata, una minore attività fisica e la tendenza a fumare. Queste abitudini sembravano spiegare il loro maggiore rischio di diabete. Tuttavia, nuovi dati suggeriscono che il rischio è presente anche quando si escludono questi fattori comportamentali, indicando che c’è qualcosa di più profondo, probabilmente legato al disallineamento del ritmo circadiano con gli orari sociali e lavorativi.
La ricerca sul cronotipo e il diabete
Un’importante ricerca condotta dal Leiden University Medical Center nei Paesi Bassi ha esplorato la relazione tra cronotipo e diabete di tipo 2. Lo studio, presentato all’incontro annuale dell’Associazione Europea per lo Studio del Diabete (EASD) nel settembre 2024, ha coinvolto quasi 5.000 partecipanti senza diagnosi di diabete all’inizio dell’indagine. I ricercatori hanno monitorato i loro cronotipi, determinati sulla base degli orari in cui i partecipanti andavano a dormire e si svegliavano, nonché del loro punto medio del sonno, un indicatore utile per classificare chi ha un cronotipo tardivo.
I risultati hanno mostrato che circa il 20% dei partecipanti presentava un cronotipo tardivo e che questo gruppo aveva un rischio aumentato del 55% di sviluppare il diabete di tipo 2 rispetto a coloro che avevano cronotipi intermedi, ovvero quelli che si svegliano e vanno a dormire a orari considerati “normali”. È interessante notare che i ricercatori hanno riscontrato una maggiore adiposità addominale e viscerale nei nottambuli, insieme a una circonferenza della vita e un indice di massa corporea (BMI) più elevati. Questo suggerisce che l’accumulo di grasso, specialmente nella zona addominale, possa svolgere un ruolo chiave nell’aumento del rischio di diabete.
L’indipendenza dai fattori legati allo stile di vita
Uno degli aspetti più sorprendenti dello studio è che il collegamento tra il cronotipo tardivo e il diabete di tipo 2 persiste anche quando si tengono in considerazione i fattori dello stile di vita. I ricercatori hanno infatti regolato i dati per tenere conto di elementi come età, sesso, istruzione, attività fisica, qualità della dieta, consumo di alcol e fumo, oltre a fattori legati al sonno come la sua durata e qualità. Anche dopo queste regolazioni, l’associazione tra il cronotipo tardivo e il rischio di diabete è rimasta significativa.
Questo risultato contraddice l’idea precedentemente accettata secondo cui lo stile di vita meno salutare dei nottambuli fosse la causa principale dell’aumento del rischio. Sembra invece che il cronotipo in sé possa influenzare negativamente il metabolismo, forse a causa di un disallineamento tra il loro ciclo circadiano e l’ambiente sociale e lavorativo, che solitamente favorisce chi è più attivo nelle prime ore della giornata.
Il ruolo del disallineamento circadiano
Il disallineamento circadiano, cioè la discrepanza tra l’orologio biologico interno e i ritmi esterni imposti dalla società, potrebbe essere una delle cause principali di questo fenomeno. Le persone con un cronotipo tardivo spesso sono costrette a svegliarsi presto per motivi lavorativi o sociali, nonostante la loro predisposizione naturale li porti a voler dormire più a lungo al mattino. Questo disallineamento può avere effetti negativi sul metabolismo, aumentando il rischio di sviluppare malattie croniche come il diabete di tipo 2.
Alcuni studi hanno suggerito che il disallineamento circadiano possa portare a una maggiore resistenza all’insulina, uno dei principali meccanismi alla base del diabete di tipo 2. Quando il corpo non riesce a utilizzare correttamente l’insulina, lo zucchero nel sangue tende ad accumularsi, portando a un aumento del rischio di diabete. Inoltre, la mancanza di sonno adeguato e regolare può interferire con la regolazione del glucosio, aggravando ulteriormente la situazione.
Alimentazione e metabolismo nei nottambuli
Un altro fattore che potrebbe spiegare il maggiore rischio di diabete tra i nottambuli è legato ai loro comportamenti alimentari. Chi ha un cronotipo tardivo tende spesso a mangiare più tardi la sera, il che può influenzare negativamente il metabolismo. Studi hanno dimostrato che consumare cibi nelle ore notturne può portare a una peggiore regolazione della glicemia e a un aumento del rischio di obesità.
È stato ipotizzato che il corpo non sia programmato per digerire e metabolizzare il cibo in modo efficiente durante le ore serali. Di conseguenza, mangiare tardi potrebbe favorire l’accumulo di grasso e aumentare il rischio di insulino-resistenza, due fattori strettamente legati al diabete di tipo 2. Sebbene lo studio abbia controllato la qualità generale della dieta, non è stato possibile misurare i tempi di assunzione del cibo, che potrebbe essere un ulteriore elemento di disallineamento metabolico nei nottambuli.