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Tutto quello che sappiamo sulle esplosioni dei cercapersone in Libano

Ecco tutto quello che sappiamo fin qui sulle esplosioni dei cercapersone in Libano. Esplosioni che sarebbero state causate a distanza da Israele.

Quante persone sono morte e quante sono rimaste ferite?

Qualche numero. Secondo la tv saudita al Hadath, sono circa cinquecento i miliziani di Hezbollah rimasti accecati in seguito all’esplosione dei loro cercapersone ieri in Libano e a Damasco.

In totale ultimi bollettini parlano di almeno 11 morti e oltre 4mila feriti.

Tra i feriti c’è anche l’ambasciatore iraniano in Libano, Mojtaba Amani. Ma non sarebbe grave. L’ambasciata iraniana a Beirut ha infatti annunciato che le cure mediche procedono bene. La missione diplomatica ha aggiunto che le voci secondo cui Amani avrebbe perso un occhio e sarebbe rimasto ferito gravemente all’altro sono false.

Come ha fatto Israele ha far saltare i cercapersone? 

Secondo Sky News Arabia l’attacco è stato possibile perché il Mossad è entrata in possesso dei dispositivi di comunicazione di Hezbollah prima che venissero consegnati al gruppo terroristico. Secondo la fonte citata dalla televisione araba, l’agenzia di spionaggio israeliana avrebbe posizionato una quantità di Petn, un materiale altamente esplosivo, sulle batterie dei dispositivi e li ha fatti esplodere aumentando la temperatura delle batterie da lontano. In precedenza, il Wall Street Journal aveva riferito che alcuni membri di Hezbollah avevano sentito i loro cercapersone surriscaldarsi e li avevano eliminati prima della serie di esplosioni.

Secondo Al Jazeera, che  cita una fonte della sicurezza libanese, il peso dell’esplosivo inserito in ogni dispositivo era inferiore a 20 grammi e che i cercapersone fatti saltare in aria erano stati importati cinque mesi fa.

Ma dove sono stati fabbricati?

Gold Apollo ha riferito che i cercapersone utilizzati dai militanti di Hezbollah che ieri sono esplosi in modo simultaneo in Libano e in Siria sono stati realizzati dal partner unghere Bac Consulting Kft. Questo quanto riferisce la società di Taiwan in una nota.

Perché Israele avrebbe fatto esplodere i cercapersone proprio ora?

Israele avrebbe deciso di far esplodere i cercapersone dei membri di Hezbollah in Libano e Siria per timore che la sua operazione segreta potesse essere scoperta dal gruppo.

Almeno questo quanto scrive Axios, citando tre funzionari statunitensi. “È stato un momento ‘use it or lose it'”, ha detto un funzionario statunitense descrivendo il ragionamento che Israele ha comunicato agli Stati Uniti in merito alla tempistica dell’attacco.

Un ex funzionario israeliano a conoscenza dell’operazione ha detto che i servizi segreti israeliani avevano pianificato di usare i cercapersone con trappole esplosive come colpo di apertura a sorpresa in una guerra totale per cercare di paralizzare Hezbollah. Ma negli ultimi giorni, i leader israeliani hanno iniziato a preoccuparsi che Hezbollah potesse scoprire i cercapersone manomessi, scrive ancora Axios. Il premier Benyamin Netanyahu, i suoi ministri e i capi delle Idf e intelligence hanno deciso di usare il sistema ora piuttosto che correre il rischio che venisse scoperto da Hezbollah, ha detto un funzionario statunitense.

Cosa sappiamo dell’esplosione?

Tutto è avvenuto poco dopo le tre del pomeriggio di ieri. I cercapersone, in dotazione ai miliziani di Hezbollah a Beirut, in diverse altre regioni del Libano e a Damasco, sono esplosi simultaneamente.

I cercapersone hanno emesso un segnale acustico di alcuni secondi prima di esplodere. Per questo in molti li avrebbero avvicinati al volto per leggere il messaggio.
Lo riferisce al New York Times un membro del Corpo dei Guardiani della Rivoluzione, secondo il quale i dispositivi hanno emesso un segnale di circa 10 secondi, durante i quali i possessori li hanno avvicinati al volto per cercare di leggere il messaggio.

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