Home > Notizia per Notizia > Politica > Italia a Bruxelles vince, Verdi e 5Stelle sconfitti e umiliati ma c’è chi dice no contro ogni evidenza

Italia a Bruxelles vince, Verdi e 5Stelle sconfitti e umiliati ma c’è chi dice no contro ogni evidenza

Se dovessimo usare una espressione cara ai tifosi del calcio potremmo scrivere: l’Italia vince due a zero. I Verdi e i 5Stelle escono sconfitti (e anche umiliati). Hanno segnato Meloni e ha raddoppiato Fitto. Questo è quanto è successo a Strasburgo arbitro la presidente Ursula von der Leyen. Semplice no?

Eppure c’è chi dice che la nomina voluta caparbiamente da Giorgia è irrilevante, che le deleghe e la vice presidenza a Fitto vogliono dire ben poca cosa, che il PNRR dovrà dividerlo con un falco del governo europeo, un’impresa assai difficile per raggiungere risultati di rilievo. Insomma, invece di applaudire, si va alla ricerca del pelo nell’uovo che non convince nessuno.

Chi diceva: Italia isolata?

Ricordate quando si scriveva che con il voto contrario dei Fratelli d’Italia a Ursula il nostro Paese, isolato, sarebbe retrocesso in serie B? Non c’era nessun dubbio che questo poteva succedere portando gli italiani amo essere una cenerentola europea. Un Paese fondatore ridotto ad essere un lumicino insignificante. Polemiche a parte, che cosa se ne dovrebbe dedurre oggi che è avvenuto l’esatto contrario?

Il parlamento europeo
Italia a Bruxelles vince, Verdi e 5Stelle sconfitti e umiliati ma c’è chi dice no contro ogni evidenza (Foto Ansa) – Blitz Quotidiano

Ursula più forte? Macché

Accade insomma che invece di essere felici per aver ottenuto un grande riconoscimento, si dibatte e si scrive che Ursula ne esce più debole e che l’Italia viene umiliata!  La virata a destra porterebbe il vecchio continente verso una deriva irreversibile. A parte il fatto che una simile previsione si potrebbe fare magari fra qualche mese o fra qualche anno, chi lo dice che questa è la verità? Si deve stare all’oggi se si vuole essere obiettivi e sapendo che siamo nel mese di settembre del 2024, riparliamone alla fine della legislatura.

Nessuno nega la realtà: il compito di Raffaele Fitto non sarà facile, dire il contrario sarebbe un’assurdità perché con i miliardi in ballo (che vorranno significare la ripresa dell’Italia) non si può scherzare e non si possono dire bugie pena le smentite che potrebbero mettere all’angolo non solo il ministro, ma anche e soprattutto il paese che lui rappresenta.

Torniamo alla Meloni e al governo che lei guida. Dopo una fine dell’estate piuttosto complicata (pure per le stravaganze dei due vice premier) adesso Giorgia dovrebbe lavorare con maggiore tranquillità. La triade non dovrebbe avere più scossoni, ragione per cui il futuro non si tinge di nero. C’è qualche problema che potrebbe turbare l’attuale esecutivo? Gli sgambetti sono dietro l’angolo ed è bene stare sempre attenti.

Ad esempio, torna ad affacciarsi l’ipotesi di un centro, fastidiosissimo per la Meloni? Da Azione se ne sono andati sbattendo la porta Enrico Costa, Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini oltre ad un certo numero di dirigenti. Hanno detto basta ad un partito che vuole entrare nel cosiddetto campo largo ed hanno detto un secco no a questa prospettiva.

Si sono incontrati e con loro ecco improvvisamente apparire Gianni Letta. Non a caso, forse. C’è la voglia di creare quel grande centro erede della Dc? Con chi? Una parte di Forza Italia? I moderati del Pd? Lo stesso Matteo Renzi che non è nuovo a capovolgimenti del genere?

La paura di uscire dal giro potrebbe coinvolgere pure Carlo Calenda che vede assottigliarsi le preferenze per la sua creatura.

Dunque, un nuovo braccio di ferro? Potrebbe sembrare strano, ma un’ultima sorpresa potrebbe essere rappresentata da Elly Schlein e dal Pd.  Se, finalmente, si capisse che i problemi dell’Italia non si risolvono litigando, ma trovando linee di intesa, il popolo che vota ne sarebbe felice e andrebbe più volentieri alle urne.

Se, al contrario, tutto rimarrà come è oggi,  per la sinistra sarà buio Fitto!

Gestione cookie