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Fatta la squadra di Ursula, molti i dubbi sulla composizione: cinque le nomine paradosso

D’accordo, ha vinto Ursula. Fatta la nuova Commissione Ue a sua immagine e somiglianza: più donne nei ruoli chiave (40%, 11 su 27), 14 commissari sono espressione del suo Partito popolare europeo (Centro e Centrodestra, il più numeroso del Parlamento di Strasburgo ;una raccolta di forze moderate, europeiste, Cristiano-democratiche e conservatrici), molte new entry, qualche sorpresa ben pilotata, anche una indubbia discontinuità, sei vice presidenti esecutivi tra cui spicca Raffaele Fitto che gestirà i miliardi della coesione.

Tutti i fedelissimi sistemati e con maggiori poteri. Dopo settimane di trattative e colpi di scena, il governo Ue è in porto. Non avrà vita facile. Già lievitati i dubbi di Pd, M5S e AVS.

In ottobre sono previste le audizioni dei commissari poi il voto dell’Europarlamento per varare il governo entro dicembre. Facile prevedere i distinguo di Socialisti, Liberali e Verdi.

Il nuovo esecutivo di Bruxelles si prepari alle inevitabili battaglie. Detto della soddisfazione di Giorgia Meloni (“Smentiti i pronostici dei gufi, torniamo protagonisti in Europa“), archiviato il giorno del giubilo e i mortaretti a Palazzo Chigi, emergono i dubbi sulla composizione della nuova commissione. Almeno cinque i dubbi, cinque nomine paradosso.

Eccole.

1) KAJA KALLAS – Alla politica estone, 47 anni, già premier del suo Paese, è stata data la carica di Alto Rappresentante per la Politica Estera. A lei spetta la gestione dei rapporti internazionali. La nomina ha destato molte perplessità. Kaja rappresenterà 450 milioni di europei; un incarico affidato a una signora che oggi guida un Paese da 1 milione e 300.00 abitanti. La Kallas è considerata un “falco” sul fronte dei rapporti con Mosca. E di questi tempi, segnati dal conflitto russo-ucraino non sembra una scelta oculata.

2) STEPHANE SEJOURNE’ – Il ministro degli Esteri francese, 39 anni, proposto da Macron al posto di Breton, è più famoso per essere stato “ fidanzato del premier Grabriel Attal “ che per le sue doti di statista. Tutto da vedere.

3) ANDRIUS KUBILIUS – È un falco anti-Putin. Ex primo ministro della Lituania. Un conservatore, 67 anni. Guiderà la Difesa. Proviene da un Paese di 3 milioni di anime “dove non esiste una sola industria bellica e l’esercito non ha in dotazione nemmeno un carro armato” come osserva l’esperto Gian Micalessin. Mah!

4) CHRISTOPHE HANSEN – Il lussemburghese, 42 anni, è il nuovo commissario per l’Agricoltura. Proviene dal Lussemburgo, un Paese neanche due volte Roma. Finora non si è mai occupato del settore primario, è un perfetto Carneade. Esclusa a sorpresa la Polonia che è il primo produttore alimentare d’Europa. Ancora mah!

5) OLIVER VARHELYI – L’ungherese, fedelissimo di Viktor Orban, è il nuovo commissario europeo per la salute e il benessere degli animali. La sanità e’ un settore poco ambito dal momento che Bruxelles non ha competenze rispetto alle scelte nazionali. È passato dal ruolo di commissario alle politiche di vicinato alla lotta del tabagismo e al cancro. Un salto ardito.

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