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Cos’è la “norma anti-Gandhi”? Fino a due anni di carcere per chi blocca strade o ferrovie (ma non solo)

Il Ddl Sicurezza, recentemente approvato alla Camera e ora in discussione al Senato, sta suscitando ampie polemiche in Italia, con molteplici manifestazioni di dissenso da parte di cittadini, operai e studenti. Tra le norme più contestate c’è quella che prevede pene severe per chi blocca strade o ferrovie durante le proteste, considerata dai critici come una “norma anti-Gandhi“.

In base al provvedimento, chiunque blocchi una strada o una ferrovia rischia fino a un mese di carcere, mentre un gruppo di manifestanti potrebbe incorrere in pene da sei mesi a due anni. Questo provvedimento potrebbe rendere illegali forme tradizionali di protesta, come i picchetti e i sit-in, che sono pratiche comuni in molte manifestazioni, soprattutto per gli operai e gli studenti.

Rischi per specifiche categorie di manifestanti

Un emendamento della Lega ha aggravato ulteriormente le pene per chi manifesta contro opere pubbliche o infrastrutture strategiche, come il progetto della Tav o il ponte sullo stretto di Messina. Le manifestazioni contro tali progetti rischiano di essere affrontate con maggiore severità, aumentando il clima di repressione nei confronti delle proteste.

Il Ddl Sicurezza mira anche a colpire i giovani eco-attivisti, in particolare quelli dei movimenti come Ultima Generazione, che in passato hanno bloccato strade e ferrovie per sensibilizzare sul cambiamento climatico. Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia in Senato, ha dichiarato che la legge non è contro Gandhi, ma contro comportamenti considerati “teppisti” e “stupidi”.

Manifestanti
Cos’è la “norma anti-Gandhi”? Fino a due anni di carcere per chi blocca strade o ferrovie (foto ANSA) – Blitz quotidiano

Obbligo di ripristino

Un’altra proposta di Gasparri prevede il “ripristino dei luoghi”, imponendo ai manifestanti di ripulire i danni causati durante le proteste, un chiaro riferimento alle azioni di eco-attivismo che hanno comportato imbrattamenti con vernice lavabile di monumenti e fontane.

Reazioni pubbliche

Le reazioni pubbliche sono state intense, con manifestazioni di protesta in tutto il Paese e appelli alla tutela della libertà di espressione e di manifestazione. Le opposizioni hanno denunciato il Ddl Sicurezza come un attacco alla democrazia e un passo verso un “Stato di polizia”. La situazione si preannuncia complessa, con il rischio di tensioni crescenti tra le autorità e i manifestanti.

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