Ora che il campo largo è morto e sepolto (almeno così pare) che cosa si inventerà la sinistra? L’unica ad essere modestamente ottimista è Elly Schlein, la quale ritiene che l’opposizione unita risorgerà e batterà la destra. Si può capire lo stato d’animo della segretaria del Pd: sono mesi che insegue questo obiettivo. Ha dovuto lavorare e sudare non solo contro i pruriti dei cosiddetti alleati, ma anche contro il fuoco amico.
Anzi, soprattutto con una parte degli iscritti ai dem. E’ un obiettivo che le piace perché solo così in futuro si può battere la destra. Un traguardo impossibile per il momento? “Assolutamente no”, risponde alzando il tono della voce. La Sardegna le aveva dato ragione e ora il governatore è una donna che sa il fatto suo.
Salta il campo largo in Liguria
Lo stesso (si poteva dire) per la Liguria, dove il campo largo sembrava essersi compattato sul nome di Andrea Orlando, l’ex ministro della giustizia. Poi, la doccia fredda: Renzi che non può vedere Conte il quale ritiene che mai e poi mai sarà un “compagno di cordata” dell’ex presidente del consiglio. E’ una guerra fra due ex che non vogliono dimenticare il passato: Matteo con la “fissa” di rientrare nel grande giro della politica; Giuseppe con il sogno mai dimenticato di tornare sulla poltrona di Palazzo Chigi.
Non è soltanto questo diverbio a far saltare il banco. Renzi d’accordo, ma Calenda dove lo mettiamo? L’ex ministro (quanti ex) è rimasto un solitario: dopo la fuga di Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna a Montecitorio parlano di lui ricordando il deserto dei tartari. Non sa più come potersi risollevare, però ufficialmente non lo dà a vedere e sostiene che presto “il vento cambierà” e la ragione starà di nuovo dalla sua parte.
Che cosa è che non va in questa unione che si è disgregata come neve al sole? Mancano i programmi, si va avanti a chiacchiere senza proporre temi di rilevanza che potrebbero far ritornare all’ovile molti fuggiaschi.
Ambizioni mancate di Schlein
Elly è brava, ha riportato il partito ad essere la prima forza dell’opposizione, ma quando cerca di andare sul concreto rimane con un pugno di mosche in mano. Ad esempio, sul diritto di cittadinanza che per la Schlein è diventato un “must”: raccoglie cinqucentomila firme in un battibaleno. Il referendum è cosa fatta, diventerà la prima grande sconfitta del governo Meloni. La realtà è che la segretaria non ha fatto i conti con i numeri.
Un ultimo sondaggio fatto da Alessandra Ghisleri (una donna che non si può considerare una conservatrice) dimostra l’esatto contrario. Il 52 per cento degli italiani non gradisce una legge troppo mordida; soltanto il 37 fa il tifo per una attesa di cittadinanza dimezzata: riconoscimento in cinque anni invece degli attuali dieci. E poi? Quali altre battaglie ha in animo la sinistra di Elly? Un altro referendum (una moda per difendersi?) sull’autonomia differenziata: un problema che infervora la politica, ma non l’opinione pubblica. E infine il braccio di ferro sul premierato, una legge voluta a tutti i costi dalla Meloni definita dall’opposizione l’anticamera dell’autocrazia. Senza tralasciare il salario minimo sul tavolo della politica da una infinità di mesi. Che colpa ne ha la Schlein se tutte queste iniziative non decollano? “Deve andare più sul concreto”, le imputano i suoi amici.
E gli alleati? Rimangono sul vago, fanno finta di essere con lei per poi fare retromarcia al momento opprtuno. Così è principalmente per Giuseppe Conte, il quale ha un solo obbiettivo: quello di essere lui il vero interlocutore della minoranza, così sia che soltanto con lui che la destra deba trattare. Stando così le cose è comprensibile le difficoltà che deve superare la sinistra. Elly continua a parlare convintamente di “coalizione vincente”, ma che cosa significa questo vocabolo se non compromesso? E’ l’arte della politica anche se è un sostantivo che l’opposizione non ha ancora imparato, Deve recitarlo ogni giorno e mandarlo a memoria come si faceva una volta con le poesie di Leopardi o i sonetti di Foscolo.
E’ inutile dire che quel che è avvenuto in Liguria è uno strappo incomprensibile o che la guerra tra Italia Viva e 5Stelle è assurda. Le alleanze si fanno a tavolino avendo ciascuno in mano un programma con pochi punti da valutare. Se no siamo alle chiacchiere che non portano a nulla. Anzi, allo sfascio come è avvenuto.