Per Jannik Sinner c’è il rischio squalifica dopo il ricorso della Wada per la positività al clostebol: arrivano le ultime novità sulla decisione
Con il fiato sospeso. Inutile parlare di tranquillità, inutile anche ostentare serenità, se hai un fardello così pesante da portarti dietro ancora per mesi. Jannik Sinner ci sta provando a lasciare da parte il caso doping e concentrarsi sul campo ed in qualche modo ci sta riuscendo.
La semifinale conquistata nell’Atp 500 di Pechino sta lì a dimostrare che il numero 1 al mondo sta provando a non farsi condizionare da quanto gli sta succedendo lontano dai campi. La decisione della Wada di ricorrere contro l’assoluzione della Itia ha sollevato un polverone mediatico che non accenna a placarsi.
Del resto parliamo del tennista migliore del momento ed è anche normale che un caso del genere attiri tanta attenzione. Ecco allora che i mesi che ci separano dalla decisione saranno caratterizzati ancora da polemiche costanti, da giudizi a favore e contro il 23enne di San Candido. Impossibile che vada diversamente, impossibile pensare che la possibile squalifica del numero 1 del ranking ATP non sia a lungo argomento di discussione.
Sinner, l’ombra della squalifica: “La Wada è un disastro”
Così giudizi e sentenze anticipate arrivano un po’ da tutti i fronti e spesso assolvono Sinner. Lo fa, ad esempio, Stefano Battaglino, tennista italiano squalificato per quattro anni proprio per la positività al clostebol.
Il Tas ha respinto il suo ricorso ed ora il suo timore è che per Sinner accada lo stesso: “Visto come mi hanno trattato, Jannik rischia. Spero nei sei mesi della pena lieve – le sue parole a ‘La Stampa’ – e non nell’anno di quella media o nei due per quella grave“. Completamente dalla parte di Sinner si schiera l’ex numero 1 al mondo Martina Navratilova: “È una follia – le sue parole –, la Wada è un disastro. I nuotatori cinesi se n stanno tranquilli e ora succede questo? Abbiamo un pessimo sistema“.
Fiducia anche da parte dell’avvocato Giovanni Fontana che a Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1 dice il suo punto di vista sull’intera vicenda: “Se ci sono le prove che il farmaco è stato utilizzato da un altro soggetto e che Sinner non ne sapeva niente e non poteva saperne niente, le possibilità di un’assoluzione al Tas sono buone“. Caso diverso nel caso in cui si arrivi ad una sentenza di colpa: la squalifica sarebbe di ben due anni. “Se si dimostra che non c’era una negligenza significativa, quindi di un caso di colpa lieve, la condanna può scendere a un anno“. Queste le possibilità con la sentenza che arriverà non prima di qualche mese.