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La storia del rigattiere di Pompei che per mezzo secolo ha tenuto appeso in salotto un Picasso senza saperlo

C’è un rigattiere di Pompei che per mezzo secolo ha tenuto appeso in salotto un Picasso senza saperlo.
Trovato in un villa di Capri, il quadro “Buste de Femme Dora Maar”, per mezzo secolo appeso in un salotto di una casa di Pompei e ora custodito in un caveau di Milano, ha infatti ricevuto in questi giorni il verdetto definitivo: è riconducibile alla mano di Picasso.

L’ipotesi, raccontano le agenzie, è che la donna ritratta sia Dora Mair, musa privata del genio di Malaga. Il dipinto risalirebbe agli anni tra il 1940 e il 1950.

La storia del quadro

Il quadro di Picasso
La storia del rigattiere di Pompei che per mezzo secolo ha tenuto appeso in salotto un Picasso senza saperlo (Foto Ansa) – Blitz Quotidiano

Il quadro fu portato in salotto da Luigi Lo Rosso quando lavorava da rigattiere sull’isola di Capri.

La tela (53 X 39 cm), è ora stata valutata 6 milioni di euro. Ma, dopo il verdetto, il figlio di Luigi, Andrea, dice che il quadro “non si vende”.

“Quel quadro è un pezzo della famiglia Lo Rosso di Pompei e non si vende. Stiamo cercando solo una valutazione, ma non lo vendiamo, perché questa era la volontà di mio padre che non c’è più”, spiega Andrea, che si dice “soddisfatto e felice” del fatto che, dopo oltre 50 anni, il quadro attribuito al pittore spagnolo, in mostra sulla parete del salotto di famiglia per lunghi anni, senza inizialmente comprenderne il valore, adesso abbia ricevuto l’attestazione di autenticità della firma dal Ctu del Tribunale di Milano, Cinzia Altiero.

Cinzia Altieri, grafologa forense e dell’arte, dice che “la sottoscrizione dicente Picasso sul fronte del dipinto originale Buste de Femme ritratto di Dora Maar è autografa e riconducibile alla mano del maestro mentre non vi è alcuna evidenza che ne dimostri la natura apocrifa”.

Per ricevere il certificato di autenticità, spiega Andrea Lo Rosso, ci sono voluti anni di battaglie.

“Pur essendo profano in materia – racconta -, ho capito che in questo mondo ci si muove solo se si hanno i giusti contatti. Anni fa, fu il professor Vittorio Sgarbi che mi fece capire come funziona. Gli chiesi un consiglio e lui mi rispose: ‘Lei vada avanti, non si arrenda. Questo è un mondo sporco, con tanti ostacoli. Se le dicono che il suo quadro è falso, chieda che lo mettano per iscritto. Vedrà che nessuno lo farà, perché non c’è in giro chi davvero capisca Picasso. Sappia che tenteranno in tutti i modi di impedire a questa opera di entrare nel catalogo delle opere di Picasso, perché le altre perderebbero di valore’. Ce n’è un altro molto simile, non uguale, ma simile. Ora si dovrebbe stabilire quale è stato dipinto prima, perché quello avrebbe maggior valore e io credo sia proprio questo”.

 

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