Un’indagine della procura di Catanzaro ha portato alla chiusura dell’inchiesta su una serie di accessi illegali al registro elettronico di un liceo di Lamezia Terme, in Calabria. La preside dell’istituto e sette professori sono accusati di aver modificato i voti degli studenti, falsificato documenti e maltrattato insegnanti. L’inchiesta coinvolge anche il marito di una docente e un maresciallo della Guardia di Finanza.
Modifica illegale dei voti e falsificazione dei documenti
Secondo le accuse, tra il 28 gennaio 2023 e il 13 giugno 2023, sono stati effettuati sette accessi abusivi al registro elettronico scolastico per alterare i voti assegnati in diverse materie, tra cui Storia dell’arte, Latino, Scienze naturali e Scienze motorie. La preside, insieme agli insegnanti, è accusata di aver falsificato non solo i voti, ma anche ore di attività e presenze degli studenti alle attività extracurricolari, per le quali i docenti ricevevano compensi aggiuntivi.
Ruolo del maresciallo della Guardia di Finanza
Nell’indagine è coinvolto anche un maresciallo della Guardia di Finanza, accusato di aver acceduto al sistema informatico giudiziario per ottenere informazioni su tre procedimenti penali, su richiesta di una docente. Uno di questi procedimenti riguardava direttamente la stessa prof, che avrebbe istigato l’accesso illecito. Gli accessi del maresciallo sarebbero avvenuti tra il 30 marzo e il 27 settembre 2023.
Accusa di mobbing e maltrattamenti
Le indagini hanno portato alla luce anche accuse di maltrattamenti nei confronti di tre insegnanti. La preside, secondo quanto emerso, avrebbe perseguitato i docenti con condotte e provvedimenti persecutori, definiti come atti di mobbing. I docenti, indicati come “dissidenti”, sarebbero stati presi di mira per le loro posizioni critiche nei confronti della gestione dell’istituto scolastico. L’indagine rappresenta un grave scandalo per l’istituto e potrebbe portare a serie conseguenze legali per tutti gli indagati.