Ecco le nuove temperature massime per il riscaldamento, stabilite per migliorare l’efficienza energetica e ridurre le emissioni di CO2.
I limiti cambiano per abitazioni residenziali ed edifici industriali o commerciali. Ma di base, la media è quella solita. E tali regolamentazioni entrano in vigore dal 15 ottobre al primo dicembre (a seconda della zona) per l’accensione del riscaldamento, quindi dal 15 marzo al 15 aprile per lo spegnimento. Le sanzioni per chi non rispetta i limiti possono variare da 500 euro a 3.000 euro. Non si tratta di una novità, dato che limiti sulle temperature massime per il riscaldamento sono in vigore da più di trent’anni.
A stabilire questa regolamentazione per la prima volta fu il decreto del Presidente della Repubblica n. 412 del 1993, aggiornato nel tempo per adattarsi alle esigenze ambientali ed energetiche contingenti. Arrivati al 2024, bisogna dunque rispettare nuovi massimi. Per le abitazioni residenziali, la temperatura massima consentita è di 19° C, con una tolleranza di 2° C. Invece, per edifici industriali e commerciali è di 17° C, sempre con una tolleranza di 2° C.
Bisogna davvero avere paura di possibili sanzioni? Ovviamente, le autorità non hanno il diritto di entrare nelle abitazioni private per controllare le temperature impostate sui termosifoni. Tuttavia, non è escluso che possano effettuare controlli in determinate circostanze particolari, come per esempio durante delle ispezioni collegate a denunce per violazioni ambientali o energetiche.
Le sanzioni per chi non rispetta le regole sul riscaldamento vengono generalmente applicate in base a segnalazioni o denunce. Le autorità, dunque, si muovono se ci sono sospetti di violazioni. Ma senza mandato o giustificazione legale, difficilmente entreranno in casa a vedere quanto fa caldo.
Chi controlla le temperature massime da impostare nel riscaldamento?
L’effettiva applicazione dei limiti di temperatura, sopratutto nelle abitazioni private, è dunque assai teorica. Tutto dipende dalla collaborazione dei cittadini più che dall’efficienza dei controlli. Ci vuole insomma un vero impegno collettivo, animato da consapevolezza e supportato da una giusta dose di educazione sull’importanza di risparmiare energia.
Nei condomini con riscaldamento centralizzato, il controllo delle temperature e la gestione dell’impianto dovrebbero essere responsabilità dell’amministratore. Anche se, in molti casi, ogni inquilino può in molti casi aumentare o abbassare la temperatura del termosifone tramite controller. Anche in questo caso, quindi è davvero importante che i singoli condomini siano consapevoli delle regole e collaborino con serietà per garantire il rispetto della normativa.
Poi sta al buon senso… se farà particolarmente freddo, andrà bene far salire la temperatura a 21 o 22° C. Inoltre, i Comuni hanno facoltà di decidere di applicare delle deroghe alle norme standard. Ciò può avvenire, per esempio, durante periodi particolarmente freddi, in zone particolari o in situazioni eccezionali.
Le fasce per l’accensione e lo spegnimento dei riscaldamenti
Per ciò che concerne l’accensione dei riscaldamenti, esiste già un calendario. Il territorio italiano è stato suddiviso in sei zone climatiche, indicate con delle lettere, dalla A alla F. Ogni zona ha delle specifiche date per l’accensione e lo spegnimento dei riscaldamenti, scientificamente stabilite in base alla temperatura media della zona.
La Zona A, che comprende le aree più calde, come parte della provincia di Agrigento, potrà accendere i termosifoni dal primo dicembre fino al 15 marzo, per un massimo di sei ore al giorno. Nella Zona B, che include località con un clima mite (la costa nord tirrenica della Calabria, la provincia di Palermo e qualche zona in Sardegna), si va dal primo dicembre al 31 marzo, per un massimo di otto ore giornaliere.
Per la Zona C l’accensione è permessa dal 15 novembre al 31 marzo, per un massimo di 10 ore al giorno. Il territorio interessato è quello del basso Lazio, della provincia di Napoli, di parte della Calabria e della Puglia e di quasi l’intera costa sarda. La Zona D, che comprende buona parte del Centro Italia, la provincia di Salerno, il foggiano e l’interno della Sicilia, accederà i riscaldamenti dal primo novembre al 15 aprile, per un massimo di dodici ore al giorno. In Zona E (le aree del Nord e delle Regioni con inverni più rigidi) il riscaldamento può essere acceso dal 15 ottobre al 15 aprile, per un massimo di quattordici ore al giorno. Poi c’è la Zona F: le aree più fredde, spesso di alta montagna, dove non esistono limiti né di data né di orario per l’accensione dei riscaldamenti.