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RC Auto, dal cartaceo al digitale: il nuovo modulo è troppo complesso

La transizione non piace: il nuovo modulo digitale per la denuncia dei sinistri appare troppo complesso. I dubbi degli automobilisti.

L’Italia è pronta per il passaggio dal modulo blu cartaceo (cioè il vecchio CAI) al modulo blu digitale. Cambia dunque la procedura per la denuncia di sinistri stradali, ma il nuovo modulo ha già suscitato parecchie critiche. E oltre alle prevedibili preoccupazioni degli automobilisti, di norma refrattari a ogni tipo di novità collegata alle poco amate polizze RC auto, si sono levati giudizi poco soddisfatti anche da parte di periti e agenti assicurativi.

Ma perché è stato introdotto il modulo blu digitale? Fondamentalmente per poter garantire maggiore efficienza alla procedura di denuncia dei sinistri, ormai pochissimo considerata dagli automobilisti (che nella maggior parte dei casi preferiscono affidarsi alla costatazione amichevole o fare da soli, mettendosi d’accordo senza coinvolgere le assicurazioni). L’idea è che la digitalizzazione potrebbe velocizzare l’iter burocratico, e quindi ridurre i tempi di attesa per la risoluzione dei sinistri.

Poi c’è la questione della tracciabilità. Il nuovo modulo digitale potrebbe infatti migliorare la tracciabilità e la gestione dei sinistri, facilitando il monitoraggio e la verifica dei dati da parte delle assicurazioni. Infine ci sono anche i soliti temi legati al risparmio e alla sostenibilità. Eliminare il modulo cartaceo potrebbe ridurre i costi operativi per le compagnie assicurative.

Rischi connessi all’introduzione del nuovo modulo blu digitale per i sinistri

Ma, anche a fronte di tutti questi possibili vantaggi, la novità è temuta come portatrice di inutili complicazioni. Si ritiene cioè che il modulo digitale possa complicare il processo di denuncia di sinistro, specialmente per chi non è abituato all’uso delle tecnologie digitali, come le persone più anziane. Di certo, non tutti gli automobilisti hanno accesso a dispositivi digitali o a connessioni internet stabili. E cosa potrebbe quindi succedere se dopo l’incidente uno dei due automobilisti non ha giga a disposizione o non ha proprio lo smartphone?

Constatazione amichevole dopo incidente
Rischi connessi all’introduzione del nuovo modulo blu digitale per i sinistri – blitzquotidiano.it

L’altro rischio da considerare è relativo alla privacy. La raccolta e la gestione dei dati personali attraverso piattaforme digitali sollevano sempre preoccupazioni sulla privacy e quindi la sicurezza delle informazioni (anche sanitarie, visto che si parla di incidenti). Ecco perché le associazioni di consumatori e il Sindacato nazionale degli agenti di assicurazione hanno già fatto sapere che questo nuovo modulo non sembra una novità così attesa. In attesa di ulteriori chiarimenti e garanzie da parte dell’IVASS (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni) si va intanto avanti con il dibattito.

Secondo i dati pubblicati dall’IVASS, in Italia, nel 2023, si sono registrati 1,8 milioni di sinistri tra veicoli. E di questi, circa l’80% (cioè quasi 1,5 milioni) è stato gestito tramite la procedura della constatazione amichevole di incidente. In alternativa si dovrebbe sfruttare il prestampato blu, o CAI, utile a denunciare alle compagnie assicurative un sinistro tra veicoli a motore. Il famoso modulo con lo spazio grafico in cui disegnare la dinamica dell’incidente… Ora quel modulo dovrebbe sparire, digitalizzandosi.
Ma di recente la Cassazione, con la sentenza n.15431/2024, ha confermato che il modulo CAI, sottoscritto da entrambi i conducenti, determina una presunzione, salvo prova contraria da parte dell’impresa di assicurazione, che il sinistro si sia svolto con le modalità e le conseguenze indicate su quel modulo. Riportare tutti i dati sullo smartphone potrebbe portare a errori di compilazione e discrepanze fra le versioni.
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