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Furia iconoclasta in Afganistan. I talebani vietano le immagini di esseri viventi (pesci compresi) nei media

Nell’Afghanistan dei talebani l’interpretazione ultraortodossa della sharia diventa sempre più dominante. L’ultima stretta, che in questo caso produce un nuovo giro di vite sulla libertà di stampa, è il divieto ai media di pubblicare immagini di esseri viventi.

L’annuncio del Ministero per la Propagazione della Virtù e la Prevenzione del Vizio

Il Ministero per la Propagazione della Virtù e la Prevenzione del Vizio ha annunciato che sarà applicata una legge che vieta ai media di pubblicare immagini di tutti gli esseri viventi. Il portavoce, Saiful Islam Khyber, ha dichiarato all’Afp che “la legge si applica a tutto l’Afghanistan… e sarà applicata gradualmente”. Tuttavia, le immagini di esseri viventi sono contrarie alla legge islamica.

La magistratura del governo talebano ha recentemente annunciato una legge che formalizza le rigide interpretazioni della legge islamica imposte dalle autorità da quando sono salite al potere nel 2021. La legge dettaglia diverse regole per i media, tra cui il divieto di pubblicare immagini di tutti gli esseri viventi e l’ordine agli organi di informazione di non deridere o umiliare l’Islam o contraddire la legge islamica.

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Furia iconoclasta in Afganistan. I talebani vietano le immagini di esseri viventi (pesci compresi) nei media (foto Ansa-Blitzquotidiano)

Con il ritorno al potere la stretta ultraortodossa

Tuttavia, alcuni aspetti della nuova legge non sono ancora stati applicati in modo rigoroso e i funzionari talebani continuano a pubblicare regolarmente foto di persone sui social media. La televisione e le immagini di esseri viventi erano state vietate in tutto il Paese sotto il precedente governo talebano, dal 1996 al 2001, ma un simile editto non è stato finora imposto su larga scala dopo il ritorno al potere.

Quando le autorità talebane sono tornate al potere, l’Afghanistan aveva 8.400 dipendenti nel settore dei media. Secondo fonti dell’industria dei media, ne rimangono solo 5.100, tra cui 560 donne. L’Afghanistan è inoltre scivolato dal 122° posto al 178° su 180 Paesi nella classifica sulla libertà di stampa stilata da Reporter senza frontiere (RSF).

Si sta procedendo per gradi, a partire da Kandahar, storica roccaforte del movimento, da Helmand e da Takhar. In queste regioni la polizia morale si attiverà per far rispettare la legge. Nel frattempo i funzionari hanno consigliato ai giornalisti di fare foto da più lontano e di fare meno riprese televisive per “abituarsi”.

Per i talebani questo è uno dei punti qualificanti della loro visione integralista e anti-occidentale. Non a caso le immagini di esseri viventi erano state vietate in tutto il Paese già durante il primo governo degli studenti coranici, dal 1996 al 2001.

Allora, tuttavia, un decreto simile non era stato imposto su larga scala, e in quel quinquennio i funzionari si erano limitati sporadicamente a chiedere ai commercianti di rispettare alcune forme di censura, come cancellare i volti di uomini e donne dalle pubblicità, coprire le teste dei manichini con sacchetti di plastica o addirittura nascondere gli occhi dei pesci raffigurati nei menù del ristorante. Con l’avvento del secondo Emirato Islamico dell’Afghanistan, dopo la presa di Kabul nell’agosto del 2021, i talebani sembrano invece intenzionati a spingersi molto oltre.

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