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Il prof fantasma arrestato aveva provato a “salvarsi” regalando limoncello ai colleghi

Prima del suo arresto, il prof fantasma aveva cercato di evitare le conseguenze del suo licenziamento da un istituto di Conegliano, che è diventato inevitabile a settembre scorso. La sua apparizione a scuola a giugno, con bottiglie di limoncello da regalare ai colleghi e alla preside, è stata una delle rare occasioni in cui è stato visto nel suo ruolo. Tuttavia, tutti hanno rifiutato i suoi doni, che non erano di alta qualità, dimostrando il disappunto nei suoi confronti. Martedì scorso, il 60enne è stato arrestato dalla squadra mobile di Taranto per una serie di reati, tra cui truffa e peculato, per un totale di pene pari a sette anni e sette mesi di reclusione.

Assenze ingiustificate

La carriera come insegnante di diritto presso l’istituto è stata caratterizzata da un impressionante numero di assenze. In soli tre anni, ha accumulato oltre 550 giorni di assenza, inclusi un anno di aspettativa e due anni di malattia, giustificati da oltre 60 certificati firmati da medici diversi. Questa situazione ha creato notevoli difficoltà per l’istituto, che ha dovuto ricorrere a contratti settimanali per garantire la continuità dell’insegnamento, poiché non poteva nominare un supplente fisso. La preside ha spiegato che, nonostante le difficoltà, è stato necessario attendere che il professore superasse i 548 giorni di assenza per procedere al licenziamento. Non è stato facile prendere tali decisioni, e la preside ha confessato di aver avuto delle titubanze in merito.

auto dei carabinieri parcheggiata
Il prof fantasma ha provato a “salvarsi” regalando limoncello ai suoi colleghi (foto ANSA) – Blitz quotidiano

Condanne e conseguenze

Quando il prof è stato assegnato all’istituto nel 2021, la dirigenza era a conoscenza delle sue due condanne precedenti per appropriazione indebita e rifiuto di atti d’ufficio, ma queste non hanno impedito la sua assunzione. Solo di recente, la preside ha scoperto che l’uomo era stato condannato per peculato a maggio, grazie a un controllo del casellario giudiziario. Questo ha sollevato interrogativi sull’efficacia della comunicazione tra le autorità giudiziarie e le scuole, con la preside che ha sottolineato l’importanza di informare gli istituti su eventuali condanne. La situazione ha suscitato l’attenzione del sindaco di Conegliano, Fabio Chies, che ha elogiato la preside per la sua perseveranza in un contesto tanto paradossale.

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