Per definizione ciò che è sommerso dovrebbe essere invisibile in superficie: ma nel caso dell’economia sommersa in Italia, a livello macro l’economia non osservata è visibilissima. Tant’è che l’Istat ne valuta al dettaglio proporzioni e impatto sull’economia emersa, sul Pil insomma. Ed è un macigno enorme nelle dimensioni, stabile nei processi.
Economia sommersa cresce (ma in linea con il Pil)
E’ a livello micro – cioè quando si deve rintracciare a fini della correttezza fiscale i sommersi uno ad uno – che il fenomeno ritorna carsico, invisibile. Per cui i successi nel recupero dell’evasione fiscale sbandierati da Meloni – debitori per lo più di misure precendenti come le lettere di compliance ai contribuenti in odore di evasione – lambiscono appena il continente sommerso.
Nel 2022 il valore dell’economia non osservata cresce di 17,6 miliardi, segnando un aumento del 9,6% rispetto al 2021. L’economia sommersa (ovvero al netto delle attività illegali) si attesta a poco meno di 182 miliardi di euro, in crescita di 16,3 miliardi rispetto all’anno precedente, mentre le attività illegali sfiorano i 20 miliardi. Come emerge dal report dell’Istat sull’economia non osservata nei conti nazionaliLe unità di lavoro irregolari sono 2 milioni 986mila, stabili rispetto al 2021.
Ma questo aumento, per le stesse ragioni per le quali il governo non può rivendicare meriti sul recupero dell’evasione fiscale, non è addebitabile a Meloni. Perché l’economia non osservata, evidenzia l’Istat, cresce in linea con il Pil. L’incidenza sul Pil, cresciuto a prezzi correnti dell’8,4% rispetto al 2021, si è mantenuta sostanzialmente stabile, portandosi al 10,1%, dal 10,0% del 2021.
Nel 2022 “la crescita dell’economia non osservata – indica l’Istituto di statistica – è stata trainata dall’andamento del valore aggiunto generato dalla sotto-dichiarazione, che ha segnato un aumento di 10,4 miliardi di euro (+11,5%). Più contenuto l’incremento del valore aggiunto connesso all’impiego di lavoro irregolare (+3,7 miliardi di euro, pari a +5,6% rispetto al 2021) e dalle attività illegali (+1,2 miliardi di euro, con un incremento del 6,7%).
L’aumento di oltre 2 miliardi delle altre componenti è riconducibile alla crescita del contributo delle mance (che segue l’andamento della spesa per consumi finali) e dei fitti in nero percepiti dalle famiglie”.
Radiografia del lavoro sommerso
Quanto al sommerso, i settori dove il peso è maggiore sono sono ‘gli altri servizi alle persone’ (30,5% del valore aggiunto del comparto), il commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (18,5%) e le costruzioni (17,5%). La stabilità dell’incidenza del sommerso sul complesso del valore aggiunto “è il risultato di dinamiche settoriali eterogenee.
Mentre si riscontra una riduzione del peso del sommerso per agricoltura (-1,0 punti percentuali), costruzioni (-0,8), produzione di beni alimentari e di consumo (-0,6) e altri servizi alla persona (-0,5), si osserva di converso un suo incremento per il comparto dell’istruzione, sanità e assistenza sociale (+0,5 punti percentuali) e per i servizi professionali (+0,2)”. Il ‘sotto-dichiarato’ è più significativo per commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (11,2% del totale del valore aggiunto del settore), gli altri servizi alle persone ed i servizi professionali (11,1% in entrambi i comparti). Nel 2022 risulta stabile il ricorso al lavoro irregolare (+0,1%) che “da parte di imprese e famiglie” per l’Istat “è una caratteristica peculiare del mercato del lavoro italiano”.