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Processo a Salvini. “Open Arms bighellonava”. Cosa rischia il ministro

È in corso in piazza Politeama a Palermo la manifestazione della Lega per solidarietà a Matteo Salvini, per il quale la Procura ha chiesto 6 anni di carcere per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per avere impedito 5 anni fa quando era ministro dell’Interno nel governo Conte 1 lo sbarco a 147 migranti soccorsi dalla Open Arms rimasti in mare per 19 giorni. In piazza ci sono al momento i ministri Giuseppe Valditara e Roberto Calderoli oltre a parlamentari nazionali e regionali della Lega. Presenti anche alcuni cittadini militanti del Carroccio.

“Open Arms bighellonava”

Ed è in corso anche l’arringa difensiva dell’avvocato e senatrice Giulia Bongiorno nell’udienza all’Aula bunker di Palermo. Che ha difeso l’allora ministro dell’Interno opponendo ragioni pratiche, di governo, di scelta politica. Riassumendo gli argomenti a discolpa: il Tar non annullò il divieto di ingresso, Open Arms avrebbe dovuto dirigersi in Spagna, ha “bighellonato”, l’allora primo ministro Conte era in disaccordo solo sui minori, i profughi furono consegnati e il soccorso non fu “casuale”, agli stessi fu cncesso di fare compere e nessuno tentò il suicidio.

matteo salvini a processo
Processo a Salvini. “Open Arms bighellonava”, l’arringa dell’avvocato Bongiorno. Cosa rischia il vicepremier? (foto Ansa-Blitzquotidiano)

E ovviamente, l’argomento che esalta i fan di Salvini: l’interesse dello Stato va tutelato. In questo caso s’intende la difesa dei confini.

Cosa rischia Salvini?

Se il Tribunale riconoscesse la validità dell’impianto accusatorio il ministro rischia 6 anni di reclusione. Nel provvedimento, con il quale il tribunale ha accolto sostanzialmente la ricostruzione dei pm, i giudici hanno affermato il principio dell’obbligo di prestare soccorso in mare e hanno definito come “amministrativo” e non politico l’atto di vietare l’approdo ai migranti disposto da Salvini.

Non è la prima volta che a Salvini sono state contestate accuse dello stesso tipo. E’ stato già imputato a Catania per una vicenda analoga (il caso Gregoretti), vicenda però conclusasi con un non luogo a procedere.

 

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