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Gesù disse: ecco il peccato e esaltò il ruolo delle donne che la Chiesa non ammette

Gesù disse: “Non vi è alcun peccato. Siete voi, invece, che fate il peccato allorché compite azioni che sono della stessa natura dell’adulterio, che è detto ‘il peccato’. Per questo motivo il bene venne in mezzo a voi, nell’essenza di ogni natura per restituirla alla sua radice”.

E proseguì dicendo: “Per questo vi ammalate e morite, perché voi amate ciò che è ingannevole, ciò che vi ingannerà.

Queste parole attribuite a Gesù non sono nei Vangeli ufficiali né in altri testi del Nuovo Testamento ma sono scritte nel Vangelo di Maddalena, redatto in copto sahidico.

David Donnini, nel suo “Vangeli apocrifi, il Cristo nascosto dalla Chiesa, ci informa che il papiro, un po’ malandato, fu trovato in Egitto a fine ‘800.

Gesù e la Maddalena

Gesù risorto dice alla Maddalena Noli me tangere, dipinto di Correggio
Gesù disse: ecco il peccato e esaltò il ruolo delle donne che la Chiesa non ammette – Blitzquotidiano.it (Gesù risorto dice alla Maddalena Noli me tangere, Non mi toccare, dipinto di Correggio)

Molti studiosi, scrive Donnini, ritengono che tale Vangelo risalga originariamente alla prima metà del secondo secolo, ma la professoressa Karen King, della Harvard Divinity School (Massachussets, USA), sostiene che il Vangelo di Maria potrebbe essere stato scritto fin dalla metà del primo secolo; esattamente come alcuni pensano del Vangelo di Tommaso. Su questo, naturalmente, è impossibile stabilire delle conclusioni definitive.

Il Vangelo di Maddalena occupa poche pagine ed è abbastanza involuto per un lettore normale.

Come qui.

La materia diede origine a una passione senza uguali, che procedette da qualcosa che è contro natura. Ne venne allora un disordine in tutto il corpo. Per questo motivo vi dissi: Fatevi coraggio! Se siete afflitti, fatevi coraggio, in presenza delle molteplici forme della natura. Chi ha orecchie da intendere, intenda”. Ciò detto, il Beato li salutò tutti e disse: “La pace sia con voi! Abbiate la mia pace! State all’erta che nessuno vi inganni con le parole: Vedete qui o Vedete là. Il Figlio dell’uomo è infatti dentro di voi. Seguitelo! Chi lo cerca lo trova. Andate, dunque, e predicate il Vangelo del Regno. Non ho emanato alcun precetto all’infuori di quello che vi ho stabilito. Né vi ho dato alcuna legge come un legislatore, affinché non avvenga che siate da essa costretti”. Ma essi rimasero tristi e piangevano forte dicendo: “Come possiamo andare dai gentili e predicare loro il Vangelo del Regno del Figlio dell’uomo? Se essi non risparmiarono lui, come saremo risparmiati noi?” S’alzò allora Maria, li salutò tutti, e disse ai suoi fratelli:

Donne e uomini sono uguali

Il personaggio di Maria Maddalena, nota Donnini, appare come una figura leader all’interno della comunità, essendo depositaria di insegnamenti speciali che ella stessa somministrava agli altri discepoli. Infine emerge una chiara ostilità di Pietro nei confronti di Maria, un conflitto di cui abbiamo già avuto testimonianza nel Vangelo di Tommaso.

Volendo comprendere il messaggio trasmesso da questo testo, possiamo porre la nostra prima attenzione su queste parole iniziali: “Il Salvatore disse: Tutte le nature, tutte le formazioni, tutte le creazioni sussistono l’una nell’altra e l’una con l’altra, e saranno nuovamente dissolte nelle proprie radici. Poiché la natura della materia si dissolve soltanto nelle radici della sua natura”.

Personalmente sono abbastanza impressionato dall’affinità fra quanto espresso in questa frase e molte idee presenti sia nelle filosofie orientali – tantrismo, buddismo, taoismo – sia nei concetti della moderna fisica quantistica, ove si rappresenta una profonda interconnessione fra le cose e un principio di unità globale.

E quindi il sermone del maestro prosegue con un altro concetto fondamentale ed importante: “Che cosa è il peccato del mondo? … Non vi è alcun peccato. Siete voi, invece, che fate il peccato … per questo vi ammalate e morite, perché voi amate ciò che è ingannevole … la materia diede origine a una passione senza uguali, che procedette da qualcosa che è contro natura … fatevi coraggio, in presenza delle molteplici forme della natura … il Figlio dell’uomo è infatti dentro di voi. Seguitelo! Chi lo cerca lo trova”. In modo ben chiaro il maestro proclama che il peccato non esiste, se non come ignoranza ed illusione, prodotta dalle molteplici forme della materia.

La salvezza, che egli identifica con sé stesso in quanto dispensatore di verità, è dentro ciascuno di noi e, in sottinteso, consiste nella comprensione della nostra natura fondamentale.

“Pietro disse a Maria: Sorella, noi sappiamo che il Salvatore ti amava più delle altre donne. Comunicaci le parole del Salvatore che tu ricordi, quelle che tu conosci ma non noi; quelle che noi non abbiamo neppure udito. Maria rispose e disse: Quello che a voi è nascosto, io ve lo comunicherò”. Questi passi mostrano l’evidente ruolo prioritario di Maria, come discepola prediletta che Gesù amava più delle altre donne, la quale poteva comunicare insegnamenti segreti che agli altri non erano stati trasmessi.

Maria allora, come un autentico maestro spirituale, parla di una viaggio dell’anima – da intendere come il sé superiore – attraverso le potenze oscure che la possono imbrigliare: la tenebra, il desiderio, l’ignoranza e la collera, verso quella che potremmo definire la liberazione, o salvezza. “Dopo che l’anima ebbe lasciato dietro di sé la terza potenza, salì in alto e vide la quarta potenza. Essa aveva sette forme.

La prima è l’oscurità; la seconda è la bramosia; la terza è l’ignoranza; la quarta è l’emozione della morte; la quinta è il regno della carne; la sesta è la stolta saggezza della carne; la settima è la sapienza stizzosa. Queste sono le sette potenze dell’ira”. Le potenze domandano all’anima da dove viene e dove va, ed ella risponde che ormai ha superato i legami che la limitavano, avendo annientato le due principali forme di schiavitù: la bramosia e l’ignoranza. Anche qui possiamo evidenziare un parallelismo con i concetti della filosofia orientale: nel pensiero induista sono considerati elementi di emancipazione spirituale due fattori, uno è il Vairāgya, ovverosia il non attaccamento agli oggetti dei desideri, il cui contrario è proprio la bramosia; l’altro è la Vidyā, la visione o conoscenza, intesa come gnosi spirituale, il cui contrario è l’Avidyā, l’ignoranza. E così l’anima dichiara di avere raggiunto “il riposo del tempo”, la condizione nella quale non è più dipendente dalla dimensione materiale dello spazio tempo.

È fin troppo palese l’analogia con la Mukhti (liberazione) indù e col Nirvana buddista. Nella parte finale del Vangelo sono mostrati gli scetticismi dei discepoli maschi a cominciare da Andrea, il quale non vuole credere che Gesù abbia pronunciato quelle parole. Segue immediatamente Pietro, il quale protesta al semplice pensiero che Gesù abbia voluto anteporre una donna agli altri discepoli e che l’abbia resa partecipe di insegnamenti riservati.

Ma Levi – si tratta probabilmente di Matteo – risponde con energia: “Tu sei sempre irruente, Pietro! Ora io vedo che ti scagli contro la donna come fanno gli avversari. Se il Salvatore l’ha resa degna, chi sei tu che la respingi? Non v’è dubbio, il Salvatore la conosce bene. Per questo amava lei più di noi. Dobbiamo piuttosto vergognarci, rivestirci dell’uomo perfetto, formarci come Egli ci ha ordinato, e annunziare il Vangelo senza emanare né un ulteriore comandamento, né un’ulteriore legge, all’infuori di quanto ci disse il Salvatore”.

Gli articoli della serie Gesù disse.

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