Il boom economico del Sud-est asiatico potrebbe essere dopato: ecco l’oscuro segreto del successo produttivo orientale.
All’inizio degli anni ’90 si parlava di esplosione industriale e commerciale delle cosiddette High-Performing Asian Economies (HPAES), in cui figuravano nazioni come il Giappone, la Corea del Sud, Hong Kong, Taiwan, Singapore, la Malesia, l’Indonesia e la Thailandia. All’alba del nuovo millennio, a imporsi come nuovo dominatore della scena produttiva e finanziaria è arrivata la Repubblica Popolare Cinese. E ora tocca agli altri Paesi del Sud-est asiatico: Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malaysia, Birmania, Filippine e Vietnam.
Sono i Paesi riuniti nell’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico (ASEAN), che rappresentano oggi la macroarea geopolitica con il più alto tasso di crescita economica al mondo, con previsioni di sviluppo senza pari… Ricche di risorse e di manodopera, tali nazioni producono di tutto e senza sosta, e vendono con apparente soddisfazione a Cina e India.
Ma alle spalle dell’eccezionale sviluppo di queste economie si celano sfruttamento, distruzione sistematica dell’ambiente e condizioni di lavoro spesso disumane. Ed ecco perché un numero sempre maggiore di lavoratori del Sud-est asiatico sembra già schiavo di una droga economica e che crea veloce dipendenza, nota come la droga che fa “lavorare senza fermarsi“.
Il Sud-est asiatico si abbandona alle metanfetamine
In Paesi come la Cambogia e il Vietnam le droghe non vengono assunte a scopo ricreativo, e non possono essere più interpretate come conseguenza del nichilismo imperante, del disagio sociale o della povertà. Le metanfetamine arrivano con la ricchezza o vengono fraintese come strumenti necessari per poter lavorare e guadagnare… È proprio la stessa vertiginosa accelerazione che fa spuntare città di grattacieli nelle foreste a spingere le nuove generazioni a consumare senza ritegno le droghe sintetiche. Contadini, operai e impiegati, secondo vari resoconti accademici e medici, assumono stimolanti di tipo anfetaminico per poter lavorare di più.
L’Ufficio antidroga delle Nazioni Unite (UNODC) ha annunciato che nel 2023 nell’Asia orientale e sudorientale sono state sequestrate più di 190 tonnellate di metanfetamine. Si tratta della quantità più grande mai registrata in un solo anno. La maggior parte di questa droga arrivava dallo Stato Shan del Myanmar, dove i cartelli della droga controllano anche il territorio. Di conseguenza, il prezzo delle metanfetamine è crollato ed è diventato ancora più accessibile per i lavoratori mal pagati.
In Thailandia, secondo un’indagine governativa il 73,5 percento dei lavoratori agricoli utilizza anfetamine e metanfetamine per non sentire la stanchezza e lavorare fino a dodici ore no-stop. Lavoratori che spesso sono pagati a cottimo. Come gli operai cambogiani e vietnamiti cui la Cina subappalta i lavori più sporchi che i cinesi non vogliono più fare.