Emergenza maltempo. Al caos di queste ultime ore – terremoto al ministero della Cultura, saltato il piano per assumere medici e infermieri, polverone sul programma Rai “Report” definito da molti addirittura omofobo, la querelle migranti e il “niet” dei giudici, lo sdegno per il dossier anti-Polizia – a tutta questa bufera si sono aggiunte le polemiche sulle alluvioni. Polemiche alimentate anche dal clima (incandescente) delle imminenti Regionali in Liguria (domenica e lunedì prossimi) e Umbria ed Emilia Romagna (17-18 novembre). Tre appuntamenti delicati, sulla carta non privi di sorprese. Soprattutto nel “fortino rosso”che teme un astensionismo record e i contraccolpi del flop del piano anti-disastro idrogeologico.
Inevitabile la sovrapposizione dei due grandi temi – alluvioni ed elezioni – nonostante la stessa Giorgia Meloni, con una telefonata al sindaco di Bologna, il piddino Lepore, abbia escluso ogni intenzione di “mescolare queste questioni”. Ha aggiunto la premier: ”Oltretutto dividersi su queste questioni credo non sia intelligente; dobbiamo insieme studiare delle soluzioni strutturali e lo potremo fare solo se i livelli istituzionali agiscono insieme. Ho visto un sacco di polemiche da una parte e dall’altra che non aiutano e non piacciono ai cittadini“.
L’attacco del viceministro Bignami
Il viceministro ai Trasporti Galeazzo Bignami non è stato zitto. Soprattutto ha insistito nella attribuzione delle responsabilità sulle quali “c’è troppa incertezza”. E ha detto: ”Prima di tutto bisogna avere i nomi e i cognomi di chi ha la responsabilità della manutenzione. Si deve partire da lì, dal capire se tutto quello che si doveva fare sia stato fatto e da chi. Poi, se proprio tutto era inevitabile, si può semmai iniziare a parlare di delocalizzazione. Le persone con cui sto parlando in questi giorni sono esauste, sfiancate da quello che loro considerano immobilismo. Dire alle famiglie di andarsene da casa è pericoloso, non si può abusare della disponibilità dei cittadini. Insomma, si deve capire con chiarezza chi doveva fare e cosa. Puoi fare tutto, ma se non porti avanti la manutenzione dei fiumi e degli alvei, quello che fai prima non serve a niente. Mi chiedo: chi ha la responsabilità delle opere idrauliche? Chi sulla pulizia degli alvei? Chi per la rimozione dei tronchi? I tavoli tecnici di cui parla il sindaco Lepore non possono servire solo a contare dei danni. Come governo invochiamo un quadro di chiarezza fin dal maggio 2023”.
L’ira dei comitati
I comitati di Gualtieri e Cadelbosco Sopra (provincia di Reggio Emilia) hanno inviato una richiesta formale con 6 precisi punti tecnici giudicati come priorità; richiesta rivolta alla Aipo (agenzia internazionale per il fiume Po) oltre che a Regione, Provincia e ai comuni della Bassa. Scrivono: ”La popolazione attende una analisi e una risposta precisa sulle cause scatenanti le rotture sugli argini Crostolo e Tassone. Vogliamo sapere la verità in merito a eventuali presenze di tane di animali, di manufatti o altri elementi. Chiediamo che venga immediatamente effettuata una indagine geofisica degli argini”. Chiara la preoccupazione della presenza di tane, cavità e fissurazioni che minano la sicurezza idraulica. Gli argini sono bersagliati dalla azione di nutrie, volpi, istrici e tassi. Un disastro nel disastro.