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No, non sono sfaticato: sono ergofobico! Come si supera la paura del lavoro

L’ergofobico è chi ha paura del lavoro o dell’impegno: la condizione psicologica coinvolge sempre più persone…

Una paura irrazionale e soverchiante nei confronti del lavoro, che diventa invalidante fobia. Lavorare è inevitabile per la stragrande maggioranza delle persone. E in tanti sembrano disposti a qualsiasi tipo di sacrificio pur di avere un impiego. Poi ci sono coloro che del lavoro farebbero sempre a meno, per indole avversa alle responsabilità, per pigrizia o istinto parassitario. L’ergofobico non fa parte di questa categoria: se rifugge il lavoro, non lo fa per ignavia o indolenza: è bloccato da una fobia che interferisce con la sua carriera, le sue relazioni personali e la sua salute mentale. Lo spaventano le responsabilità, l’idea stessa del lavoro o il dover mettersi alla prova.

Esistono dei chiari sintomi che indicano la presenza di una condizione di ergofobia, ed esistono anche dei trattamenti utili per poter aiutare chi ne soffre. Chi non vuol lavorare neppure mangi, si legge nella Seconda lettera ai Tessalonicesi. Ma per l’ergofobico il problema non è la volontà. Magari vuol lavorare, ma non può, non ci riesce.

L’ergofobia è una fobia specifica che si riferisce alla paura irrazionale del lavoro e, in generale, degli impegni lavorativi. Ergon, in greco antico, significa appunto “lavoro” o “attività”. Siamo dunque di fronte a un disturbo d’ansia che può manifestarsi con una serie di sintomi fisici e psicologici.

La sensazione dominante è quella di paura intensa e continua. Oppure il disagio si esplica attraverso attacchi di panico all’idea di dover andare al lavoro. Ci sono anche dei chiari sintomi fisici collegati a questo malessere, come tremori, sudorazione eccessiva, tachicardia, cefalee, e altri sintomi tipici dell’ansia.

Come riconoscere l’ergofobico: la nuova fobia che investe il mondo del lavoro

L’ergofobico sente il bisogno di evitare ogni tipo di responsabilità lavorativa e di affrontare compiti che richiedono particolare impegno, sperimenta seria difficoltà nel concentrarsi, nello svolgere mansioni nuove e nel dover sottostare a delle indicazioni. La sensazione di irritabilità può essere persistente e quindi prolungarsi anche fuori dall’ambiente del lavoro, con seri problemi di sonno legati all’ansia, per esempio.

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Come riconoscere l’ergofobico: la nuova fobia che investe il mondo del lavoro – blitzquotidiano.it

Le cause di questa condizione, che ha avuto un’esplosione di casi dopo la pandemia, includono perlopiù esperienze traumatiche sul posto di lavoro, problemi di bassa autostima e di ansia generalizzata. In ogni caso, è importante affrontare queste cause con l’aiuto di un professionista e trattare la condizione con la terapia psicologica e, nel caso, con dei farmaci specifici.

L’ergofobia, che non è riconosciuta come una malattia invalidante dall’INPS, va comunque considerata come una forma di un disturbo d’ansia specifico. Per questo chi ne soffre dovrebbe comunque ricevere supporto adeguato. Si deve sempre partire dalla terapia cognitivo-comportamentale (la CBT), che risulta particolarmente efficace per trattare le fobie. Nel caso specifico, si tratta di identificare e modificare i pensieri negativi e cercare di arginare le convinzioni irrazionali legate al lavoro. Possono essere utili anche le tecniche di rilassamento come lo yoga. E, in alcuni casi, bisogna assumere farmaci ansiolitici o antidepressivi.

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