Cyber spie davanti al gip Fabrizio Felice. Primi interrogatori di garanzia e prime “fragili “ ammissioni sui presunti dossieraggi. Il primo faccia a faccia magistrati-pirati è stato sostanzialmente interlocutorio. Le parti si sono annusate ma poco di più. Il gip ha incalzato le presunte spie ma i sei convocati, nella mattinata di giovedì 31 ottobre, non hanno “cantato”, come si sperava, ma solo solfeggiato.
Cyber-spie davanti al Gip di Milano
Ne è uscita, appunto, una solfa. Due addirittura non hanno risposto: il super poliziotto Carmine Gallo e il mago dell’informatica Samuele Calamucci. Cioè le “menti” della Agenzia investigativa Equalize, la società che dalla cabina di regia di Milano ha spiato 800 mila persone e realizzato un profitto di 3 milioni in due anni, avvalendosi di una rete di hacker pescati perlopiu’ tra le forze dell’ordine.
Anzi Gallo, l’a.d. Equalize, ha avuto il becco di dire: ”Sono un servitore dello Stato, parlerò ai pm per dimostrare la mia innocenza”. Più sbrigativo Calamucci, accusato tra l’altro di contatti con gli 007 israeliani e Anonymous, la comunità virtuale che attacca con l’informatica società e istituzioni governative.
L’informatico di Bollate (Milano) si è limitato a dire: ”L’unica cosa che posso dire, signor giudice, è che dal punto di vista empirico le cose che ho letto sulla stampa sono impossibili da realizzare”.
L’unico a parlare
Dei sei ascoltati dal gip soltanto il poliziotto Marco Malerba del commissariato di Rho-Pero nel Milanese ha parlato, ammettendo:”Sì, facevo gli accessi infedeli per i dati, nell’ambito di un rapporto di scambio di favori”. Favori che ,a suo dire, gli venivano richiesti “ dal suo capo”, ossia Carmine Gallo. Poi ha aggiunto:” Ci scambiavamo i favori e io non sono riuscito a dirgli di no”. Ha scelto invece di avvalersi della facoltà di non rispondere il finanziere Giuliano Schiano in servizio alla Dia di Lecce, anche lui accusato di aver fatto illeciti nelle banche dati delle forze dell’ordine.
Il sestetto in Procura
Detto di Carmine Gallo e Nunzio Calamucci, il Gip Filice ha convocato Enrico Pazzali, Massimiliano Camponovo, Giulio Cornelli ed il già citato Malerba. Camponovo, il finanziere sospeso dal servizio,ha spontaneamente detto al Gip:” Intuivo che dietro questa attività c’era qualcosa di oscuro. Quindi stavo al mio posto. Mi chiedevano ed io eseguivo. Ora temo per la mia vita e per quella della mia famiglia “. Anche Giulio Cornelli, hacker di una delle società di investigazione, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ha solo rilasciato brevi dichiarazioni spontanee. L’inchiesta sui dati rubati è solo agli inizi. Si profila una inchiesta lunga, complessa e tortuosa.