Per il numero 1 al mondo c’è ancora aperto il caso doping ed arriva la sentenza che gela tutti i tifosi: sarà molto difficile
Poche ore e sarà ATP Finals. Questa sera il debutto più atteso, quello da tutto esaurito: Jannik Sinner inizierà il suo cammino nel torneo tra i migliori otto tennisti al mondo sfidando Alex de Minaur.
L’obiettivo dichiarato è quello di arrivare fino in fondo e magari vincere il trofeo, sfuggito lo scorso anno per mano di Novak Djokovic in finale. Questa volta non sarà il serbo a contendere il successo al tennista italiano, ma l’avversario più accreditato è Carlos Alcaraz: i due non sono finiti nello stesso girone e questo significa che il loro confronto potrà arrivare soltanto in semifinale o in finale.
Bisognerà però qualificarsi e Sinner dovrà iniziare al meglio già partendo dalla gara contro il tennista australiano, attuale numero 8 al mondo. Tutto questo il 23enne di San Candido dovrà affrontarlo con un pensiero fisso in testa: la possibile squalifica per doping dopo che la Wada ha presentato ricorso al Tas di Losanna contro l’assoluzione decisa dall’Itia.
Sinner, incubo squalifica: “So cosa mi aspetta”
Quest’attesa è certamente un incubo per Sinner che trova tranquillità soltanto quando è in campo. È lì, sul rettangolo di gioco che il numero 1 al mondo ha dimostrato di avere la forza mentale per superare tutto.
Fino a quando riuscirà ad andare avanti così non è dato sapere, anche se bisognerà resistere ancora qualche mese per la decisione del Tas. Novità a breve non ne sono previste, come racconta lo stesso Sinner nella conferenza stampa di presentazione delle ATP Finals di Torino. “Non abbiamo notizie – le sue parole sulla sentenza del tribunale svizzero –. So cosa mi aspetta, ci sono già passato: non è piacevole, ma la affronteremo come sempre“.
Pronto quindi a fare i conti con quel che accadrà ad inizio 2025, molto probabilmente dopo l’Australian Open. L’attesa crescerà nelle prossime settimane, anche se Sinner mostra grande tranquillità e ottimismo su un’altra piena assoluzione. Non tutti la pensano così: Daniele Bracciali parla di squalifica certa conoscendo la Wada e rimarca anche lui la grande forza mentale del numero 1 al mondo nell’affrontare una questione così delicata senza perdere concentrazione e qualità in campo.
La speranza è che riesca a farlo anche a Torino per portare a casa il primo trofeo ‘italiano’ della sua carriera e che dopo possa arrivare anche la tanto attesa assoluzione.