I disordini avvenuti a Bologna – dove sabato alcuni collettivi antifascisti hanno provato ad entrare in contatto con una manifestazione di Casapound – sono al centro del dibattito politico italico.
“C’è un cordone ombelicale che la sinistra deve decidersi a recidere” dice il presidente del Senato, Ignazio La Russa. “Ma poi il presidente del Senato ha reciso il suo cordone ombelicale con Benito Mussolini?” replica Sandro Ruotolo del Partito Democratico. Matteo Salvini mette il carico: “Zecche rosse, comunisti, delinquenti, criminali da centro sociale, non lo so definiteli, voi ma dopo quello che abbiamo visto sabato a Bologna e Milano e qualcosa di indegno e vergognoso che non si deve più ripetere”. Dall’altra parte della barricata, risponde Pier Luigi Bersani: “I fascisti davanti alla stazione di Bologna? Una roba da brividi. E’ inaccettabile vedere emblemi fascisti, sentire slogan e canzoni fasciste a pochi passi dalla stazione. Dopodiché, la violenza distrugge ogni buona ragione, quando la fai e quando te la fanno. Bisogna sempre cercare di evitarla, ma certamente è stata una provocazione molto grave per una città che ha vissuto quel che ha vissuto”.
Ecco le voci dal palazzo della politica:
“C’è un cordone ombelicale che la sinistra deve decidersi a recidere. Non basta essere d’accordo su principi generali, come l’antifascismo, per unirsi a qualsiasi compagnia. Le compagnie bisogna scegliersele. O si finisce per offrire un ombrello ai violenti”. (Ignazio La Russa, Fratelli d’Italia, Il Corriere della Sera)
“‘La sinistra deve recidere il cordone ombelicale con certe compagnie’ tuona il presidente del Senato Ignazio La Russa che non dice nulla sulle camicie nere che hanno manifestato a Bologna. Del resto il suo governo non vuole mettere fuorilegge Forza Nuova e Casapound. Ma poi il presidente del Senato ha reciso il suo cordone ombelicale con Benito Mussolini?”. (Sandro Ruotolo, Partito Democratico)
“Sul Corriere di oggi c’è un’intervista davvero preoccupante. È del presidente del Senato. Perché è basata sulla rimozione della storia d’Italia, di quella del neofascismo e della propria biografia. Sale su un pulpito che non può essere il suo. È segno che stanno perdendo ogni limite”. (Andrea Orlando, Partito Democratico)
“I fascisti davanti alla stazione di Bologna? Una roba da brividi. È inaccettabile vedere emblemi fascisti, sentire slogan e canzoni fasciste a pochi passi dalla stazione. Dopodiché, la violenza distrugge ogni buona ragione, quando la fai e quando te la fanno. Bisogna sempre cercare di evitarla, ma certamente è stata una provocazione molto grave per una città che ha vissuto quel che ha vissuto”. (Pier Luigi Bersani, La Stampa)
“Credo che la volontà di chi è venuto a manifestare con la camicia nera fosse quello di creare un caso e di far parlare di altro, di non far parlare di quello che la destra e il governo non stanno facendo in Emilia-Romagna. È evidente. Penso che tutti i cittadini rifletteranno su quello che è successo e si faranno un’opinione”. (Matteo Lepore, Partito Democratico)
“Zecche rosse, comunisti, delinquenti, criminali da centro sociale, non lo so definiteli, voi ma dopo quello che abbiamo visto ieri a Bologna e Milano e qualcosa di indegno e vergognoso che non si deve più ripetere. La caccia al poliziotto dei delinquenti rossi a Bologna o la caccia all’ebreo dei delinquenti rossi a Milano sono scene vergognose per il 2024”. (Matteo Salvini, Lega)
“I centri sociali sono luoghi di vivace e indispensabile cultura e condivisione. Ce ne vogliono di più, contro un ministro come Matteo Salvini che si pone sempre più apertamente contro i valori costituzionali di questa nostra Repubblica. Non bisogna chiudere i centri sociali, è lui che si deve dimettere”. (Filiberto Zaratti, Alleanza Verdi Sinistra)
“Il gruppo di Fratelli d’Italia alla Camera esprime piena solidarietà al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al ministro dell’Università, Anna Maria Bernini, bersaglio di infami manifesti, firmati dall’Organizzazione giovanile comunista, che le raffigurano con i volti coperti da mani insanguinate. Si tratta di manifesti vergognosi”. (Tommaso Foti, Fratelli d’Italia)
“Mi stupisce che la sinistra preferisca i figli di papà ai figli del popolo. Come Pier Paolo Pasolini che durante gli scontri all’università di Valle Giulia fra studenti e poliziotti fece una scelta, la stessa facciamo noi: fra i figli del popolo che guadagnano 1.200 euro al mese e i figli di papa, studenti mantenuti che bivaccano nei centri sociali, noi scegliamo i figli del popolo che difendono diritto, legalità e Stato”. (Antonio Tajani, Forza Italia)
“Il governo ha consentito l’oltraggio alla città di Bologna, autorizzando i neofascisti a sfilare nella città insignita della medaglia d’oro per la Resistenza e che ha subito l’attentato fascista alla stazione. Un governo che si schiera dalla parte dei neofascisti e che non rispetta la città, permettendone l’oltraggio”. (Angelo Bonelli, Alleanza Verdi Sinistra)
“Come al solito per la sinistra italiana la democrazia è l’esercizio unico delle loro idee: chi la pensa diversamente va messo a tacere. Va cancellato. Ed ecco che durante una manifestazione pacifica organizzata a Bologna dalla rete dei patrioti e da Casapound, i soliti collettivi violenti hanno attaccato i manifestanti e la polizia, costretta a intervenire per ristabilire l’ordine”. (Roberto Vannacci, Lega)
“I veri fascisti sono coloro che inneggiano, irresponsabilmente, al sangue sui volti del presidente del Consiglio e di un ministro del suo Governo. La vicenda di Bologna, con gli studenti che hanno sfilato con manifesti inneggianti a Sinwar, ad Hamas ed immagini dei visi di Giorgia Meloni e Anna Maria Bernini deturpati con mani colanti rosso sangue, fa rabbrividire e non può che richiamare al termine terrorismo”. (Michaela Biancofiore, Civici d’Italia)
“La sinistra, che ha perso il contatto con la realtà, come un certo sindacato ha perso i contatti con i lavoratori, non si rassegna e si sfoga con la violenza, ma continueranno ad avere amare sorprese, a partire dalle prossime elezioni regionali”. (Erica Mazzetti, Forza Italia)
“Meloni e Schlein? Non si può andare avanti a battute dell’una contro l’altra o con Landini che urla alla rivolta sociale. Non sostengo che occorra necessariamente una sospensione della conflittualità, ma almeno una normalizzazione dei rapporti”. (Carlo Calenda, Azione, Il Corriere della Sera)