Nuove norme consentono all’Agenzia delle Entrate, grazie anche all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, di effettuare controlli specifici.
L’Intelligenza artificiale è uno dei temi più caldi dell’ultimo periodo. Questo strumento può trovare la sua applicazione in moltissimi campi e può, allo stesso tempo, facilmente essere utilizzato da chiunque in diversi ambiti. Al di là, dunque, di alcuni aspetti legati all’etica e alla morale, il dibattito si incentra molto sulla pericolosità delle AI.
Sono sempre di più, però, gli Enti, le aziende, gli ambiti che ricorrono ad Intelligenza Artificiale in alcuni casi sostituendo anche quello che prima facevano le persone. Interrogarsi, dunque, su dove ci porterà il ricorso alle AI (Intelligenza Artificiale) e a quelli rischi questo potrebbe sottoporci è più che lecito.
Intelligenza Artificiale nell’Agenzia delle Entrate ecco chi sta tremando
Di certo, almeno fino a questo momento, non avremmo mai immaginato che una AI avrebbe fatto male al nostro portafogli, almeno non in maniera diretta. Eh si perché l’utilizzo della AI nell’Agenzia delle Entrate sta facendo tremare tantissime persone ed aziende. Non solo l’ente ha deciso di fare ricorso a questa tecnologia per migliorare il proprio funzionamento ma c’, addirittura, una legge che permette al fisco di lavorare in maniera più approfondita.
Il Governo, infatti, ha emanato un vero e proprio decreto per ottimizzare al meglio i controlli sugli italiani rendendoli, in qualche modo, più severi per così dire. Si tratta del D.Lgs. n. 13/2024 questa legge ha come obiettivo quello di riorganizzare in modo più efficiente l’Ente legato al fisco degli italiani e di migliorare l’efficacia nelle attività di controllo. Proprio grazie a questo input, quindi, l’Agenzia delle Entrate ha pensato bene di dotarsi di un algoritmo, frutto proprio di una Intelligenza Artificiale, in grado di eseguire controlli incrociati ed ulteriori approfondimenti su una platea molto più ampia.
In particolar modo il nuovo algoritmo, di cui il fisco si è dotato, andrà a prendere in esame alcuni aspetti specifici per accertare se ci sono ed in che misura evasioni fiscali. Si tratta di andare ad analizzare le discrepanze tra il reddito dichiarato e le spese sostenute. Sotto esame anche le incongruenze in settori cosiddetti a rischio evasione, ossia il commercio, il turismo edi servizi.
Non solo l’algoritmo e l’AI prenderanno in esame alcuni pattern di comportamento sospetti. Questi potrebbero, infatti, indicare tentativi di frode e di evasione. L’algoritmo dell’Agenzia delle Entrate, insomma, passerà a setaccio ciò che introitiamo dal nostro lavoro e quanto spendiamo nella nostra vita quotidiana e dinanzi a “comportamenti strani” approfondirà il tutto per evitare evasioni fiscali.