L’olio è un prodotto fondamentale per la nostra cucina ma ne esistono di vari tipi, quale scegliere e quale è l’errore da non commettere.
Di colza, di girasole, d’oliva in commercio troviamo vari tipi di olio ognuno con caratteristiche diverse. La domanda che tutti ci siamo posti, almeno una volta, è se esiste uno migliore da utilizzare in cucina tra i tanti esistenti.
La domanda che tanti si pongono, però, spesso, non tiene conto dell’errore che tutti commettiamo. L’olio è un ingrediente fondamentale nella nostra cucina: dalla preparazione di piatti semplici come un’insalata, a cotture più complesse, ogni scelta può influire non solo sul gusto, ma anche sulla nostra salute.
L’olio di colza questo sconosciuto outsider
L’olio di colza è spesso considerato un’alternativa economica e versatile, ma il suo utilizzo è meno diffuso in Italia rispetto ad altri paesi europei. Questo olio si distingue per il suo contenuto di grassi polinsaturi, in particolare omega-3, che possono offrire benefici per il cuore. Tuttavia, non è ideale per cotture ad alte temperature: ha un punto di fumo relativamente basso (intorno ai 200 °C) e, quando surriscaldato, può produrre sostanze dannose.
Un altro aspetto da considerare è la sua origine. Alcuni oli di colza sul mercato sono ottenuti da colture geneticamente modificate (OGM), il che può influenzare la scelta di chi preferisce prodotti naturali o biologici.
L’olio di girasole è uno dei più utilizzati nelle fritture grazie al suo sapore neutro e al punto di fumo più alto (tra i 220 e i 230 °C). È ricco di vitamina E e di grassi polinsaturi, ma bisogna fare attenzione al rapporto omega-6/omega-3. Un eccesso di omega-6 nella dieta può favorire infiammazioni, squilibrando l’alimentazione.
Un errore comune con l’olio di girasole è pensare che sia sempre la scelta migliore per friggere. In realtà, non tutti gli oli di girasole sono uguali: quelli ad alto contenuto di acido oleico, più stabili al calore, sono preferibili rispetto alle versioni standard. Inoltre, come per tutti gli oli, una frittura prolungata o riutilizzare lo stesso olio più volte può generare composti nocivi per la salute.
L’olio d’oliva il re della cucina mediterranea
L’olio d’oliva, soprattutto quello extravergine, è il pilastro della dieta mediterranea e uno degli alimenti più sani che si possano utilizzare. È ricco di grassi monoinsaturi, polifenoli e antiossidanti, che contribuiscono a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e infiammazioni.
Molti credono che l’olio extravergine non sia adatto alla cottura, pensando che il calore ne distrugga le proprietà benefiche. Questo è l’errore più comune: l’olio extravergine d’oliva è in realtà molto stabile alle alte temperature, grazie alla sua composizione chimica e al contenuto di antiossidanti. Può essere usato senza problemi per soffritti, cotture al forno e persino fritture leggere. Naturalmente, per mantenere al massimo i suoi benefici, è preferibile utilizzarlo a crudo.
Alla domanda se esiste un olio migliore in cucina non vi è una risposta univoca. Tutto dipende,, infatti, dall’utilizzo che bisogna farne. Per friggere è meglio optate per un olio di girasole o per l’olio extravergine d’oliva, che resiste bene al calore. Per condimenti a crudo l’olio extravergine d’oliva è imbattibile per gusto e benefici per la salute. Per piatti a cottura bassa o media l’olio di colza può essere una buona opzione, grazie al suo contenuto di omega-3, ma facendo attenzione alle temperature.
Il vero errore non è tanto nella scelta dell’olio, ma nel non considerare il punto di fumo e il riutilizzo dell’olio già cotto. Molti riusano l’olio più volte, soprattutto per friggere, senza sapere che con ogni riscaldamento aumentano i composti tossici. Inoltre, l’olio deve essere conservato correttamente: luce, calore e ossigeno ne accelerano l’ossidazione, riducendo le qualità nutrizionali.