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Antonello Venditti: “Pasolini? Frequentava ambienti degradati col macchinone”

Intervistato da Andrea Scanzi per il Fatto Quotidiano, Antonello Venditti ha parlato anche di Pier Paolo Pasolini: “Un grande intellettuale, ma su Valle Giulia osservava la vicenda da troppo lontano, pretendendo pure di conoscerla. Cosa cazzo aveva di ‘proletario’ la Celere che ci manganellava? Glielo dicevo e si litigava. Non so poi quanto la sua morte, tragica e tremenda, abbia misteri: Pasolini era un immenso intellettuale che frequentava ambienti degradati col macchinone, convinto di poter avere tutto coi soldi e con la fama, e purtroppo un brutto giorno la situazione è sfuggita di mano”.

Su Rino Gaetano

Antonello Venditti
Antonello Venditti: “Pasolini? Frequentava ambienti degradati col macchinone” (Foto Ansa) – Blitz Quotidiano

“Una ferita non rimarginabile. Rino era quello che più di tutti noi andava tutelato. E invece l’incontro con una persona lo ha aiutato musicalmente, ma ha devastato la sua vita. Nel suo ultimo periodo non riuscivo più a capirlo, con Mogol non c’entrava nulla. E il successo a Sanremo ha acuito le sue insicurezze. Non farmi aggiungere altro, non voglio riaprire polemiche. All’obitorio c’ero anch’io quando riconoscemmo il cadavere. Stava dentro una sacca nera, neanche fosse spazzatura. Fu terribile”.

La Roma degli anni ’70

“Viva e vorace di cultura. La notte ci trovavamo al Comparone, un ristorante romano che non chiudeva mai. C’era il tavolo degli attori con Mastroianni, quello dei pittori. E poi quello dei cantanti: io, Dalla, Ron, Zero, De Gregori, a volte Baglioni. A questi tavoli si aggiungevano tranquillamente i “proletari”. Non c’erano differenze di classe e tutto era possibile. Nel 1982 era già finito tutto. Lo canto in Eleonora, una ragazza di periferia che si ritrova nuda sul divano a tirare cocaina in mezzo a quei salotti romani ‘de sinistra’ che non frequento mai”.

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