La guerra civile in Sudan, per molti versi una strage trascurata dall’opinione pubblica occidentale, continua a mietere vittime nel Paese africano e il numero dei morti finora quantificato potrebbe in realtà essere “significativamente sottostimato”.
Sudan, la strage dimenticata
Nei 14 mesi fra l’aprile del 2023 e il giugno di quest’anno, le persone decedute nella regione di Khartoum per qualsiasi causa sono state oltre 61.000, con un incremento del 50% nell’arco di tempo preso in esame rispetto alla media pre-conflitto (dal rapporto della London School of Hygiene & Tropical Medicine (Lshtm).
Ragion per cui si stima che 26.000 di questi morti siano riconducibili direttamente al conflitto soltanto in questo territorio: somma più alta delle circa 20.000 vittime conteggiate nello stesso periodo da alcune ong per tutto il Sudan.
Numeri impressionanti che nascondono una tragedia nella tragedia: il contributo in termini di sacrificio esistenziale dei minori.
Medici senza frontiere: un ferito su 6 minore di 15 anni
Secondo dati di Medici senza Frontiere (condivisi con il sito Fanpage.it), un paziente su sei, ferito a causa della guerra e curato presso il Bashair Teaching Hospital di Khartoum (Sudan) dai team di MSF nel 2024, ha meno di 15 anni. In genere sono afflitti dai postumi di ferite da arma da fuoco o causate da esplosioni e schegge.
La struttura ha curato in totale 4.214 pazienti per ferite legate alla violenza e alle esplosioni. 314 erano bambini sotto i 15 anni
Le testimonianze raccolte sono agghiaccianti. “Riyad, un bambino di 18 mesi, è stato portato al pronto soccorso dopo che un proiettile vagante lo ha colpito al fianco destro mentre dormiva in casa sua”. I medici sono riusciti a fermare l’emorragia, ma il piccolo è stato dimesso cn ancora un proiettile piantato nel petto.