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Il folle pianeta di Elon Musk, dove lui (sì, proprio lui) dà lezioni di democrazia

Elon Musk ormai, per citare il sommo, è sceso in campo. E l’altro ieri, tra un cuoricino, uno yeah e un sigh, l’uomo più ricco del mondo ha anche trovato il tempo per scrivere, in quello che è diventato il suo giardinetto, cioè l’ex Twitter, che la Commissione europea è antidemocratica. “Questo è antidemocratico – ha scritto -. Il Parlamento europeo dovrebbe votare direttamente sulle questioni, non cedere l’autorità alla Commissione europea”.

Qualche riflessione sparsa. Punto numero uno: non potrà piacere, ma l’Unione Europea ha una sua struttura istituzionale ed è democratica. Gli elettori votano un Parlamento europeo; nel Parlamento si formano le alleanze per costituire la Commissione, che deve poi ottenere la fiducia, guarda caso, proprio dal Parlamento. Certo, l’Unione Europea non è ancora uno Stato, ma una sorta di federazione. Per questo esistono altri organismi come il Consiglio europeo, il Consiglio dell’Unione Europea, eccetera, eccetera, eccetera. Fin qui, le basi del diritto europeo.

Punto numero due: essere democratici non significa necessariamente votare direttamente il proprio governo. Esiste, infatti, la rappresentanza, il corpo intermedio, composto da parlamentari nazionali e, da qualche decennio in Europa, anche europei.

Punto numero tre: una cosa ormai è chiara. Elon Musk, dopo essere diventato l’uomo più ricco del pianeta, ora aspira a diventarne anche il più influente politicamente. Chissà, forse un giorno ci riuscirà. Chissà, forse un giorno il nostro troverà un modo per farsi eleggere dalla popolazione mondiale, magari facendo campagna elettorale come negli USA dove nei giorni pre voto aveva messo in piedi una lotteria giornaliera da un milione di dollari. Anche se questo, caro Elon Musk, non suona molto democratico.

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