Ha fatto rumore l’ultimo rapporto annuale del Censis, l’autorevole istituto di ricerca socio-economica che dal 1964 fotografa la situazione del Paese. Un rapporto severo. In sintesi: c’è la crisi del ceto medio, il Paese si è impoverito, ha molteplici paure tra cui spiccano le guerre e l’invasione dei migranti.
La crisi del ceto medio nel Rapporto Censis
I redditi sono calati del 7% in 20 anni, lievita la spesa per la sanità privata. Soprattutto emerge un dato che fa molto riflettere: 6 italiani su 10 sono preoccupati che gli stranieri stravolgano le nostre regole e consuetudini. Inoltre, spaventano, oltre ai conflitti, i cambiamenti climatici e il cattivo uso di Internet. È cambiato il modo in cui guardiamo la TV. E poi si legge poco, ma si usa più tecnologia. Il Censis denuncia una profonda ignoranza, sostenendo che sia tornata la subcultura.
Livello allarmante di cultura generale
Il 50% degli italiani non sa indicare correttamente il secolo della Rivoluzione Francese; circa il 30% non conosce l’anno dell’Unità d’Italia, né quando è entrata in vigore la Costituzione o quando è caduto il Muro di Berlino. Il 42% non sa quando l’uomo è sbarcato sulla Luna, e il 13% non sa cosa fosse la Guerra Fredda.
Impietosi i risultati sulla conoscenza letteraria: il 18,4% non può escludere che Giovanni Pascoli sia l’autore dei Promessi Sposi e il 6% non pensa che Dante Alighieri abbia scritto la Divina Commedia. Infine, per il 35,9% Giuseppe Verdi avrebbe composto l’inno nazionale, mentre per il 32,4% la Cappella Sistina potrebbe essere stata affrescata da Giotto o Leonardo da Vinci, ma certamente non da Michelangelo.
Il Paese galleggia
Secondo il report, l’Italia sembra attestarsi su una “linea di galleggiamento” senza incorrere in capitomboli rovinosi nelle fasi recessive ma neppure compiere scalate nei cicli positivi. E mai come in passato la bussola della politica italiana è legata allo scacchiere internazionale.
Balza agli occhi un ceto medio “sfibrato”, anche per l’evidente riduzione del potere d’acquisto. La sindrome italiana, dunque, “nasconde non poche insidie”, perché potrebbe condurre a una fase di immobilismo economico e sociale. Non a caso, l’85,5% degli italiani, sempre secondo il Censis, è convinto che sia molto difficile risalire la scala sociale.
Preoccupano i flussi migratori
Emerge dal report anche una crescente preoccupazione per i flussi migratori. Il 57,4% degli italiani si sente minacciato da chi vuole radicare nel nostro Paese regole e abitudini contrastanti con lo stile di vita italiano, come ad esempio la separazione di uomini e donne negli spazi pubblici o il velo integrale islamico.
Bisogna anche constatare come l’Italia si collochi al primo posto nella UE per quantità di cittadinanze concesse (213.567 nel 2023). Un numero molto più alto delle 181.000 della Spagna, delle 166.000 della Germania, delle 114.000 della Francia e delle 92.000 della Svezia.