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Meloni, Musk, Trump: critiche ad oltranza, ogni pretesto è buono

C’è sempre Giorgia Meloni al centro del dibattito. Non quello politico, perché questo sarebbe logico e comprensibile. Ma la premier è sempre nell’occhio del ciclone per altri motivi assai più banali.

La sinistra, estrema o moderata che sia, non le dà tregua. Ha sempre un quid che non va, anche se all’estero la considerano una “grande sorpresa”. Ora, è l’ora del pettegolezzo o, meglio, delle fake news. Aiutati dall’intelligenza artificiale, si dà credito ad una fotografia in cui Giorgia Meloni ed Elon Musk si abbracciano dandosi un bacio non solo affettuoso.

Meloni a Parigi

Avviene a Parigi, dove i due si sono incontrati per la ristrutturazione e l’inaugurazione della cattedrale di Notre-Dame costata 700 milioni di euro. La foto è falsa, frutto di chissà quale macchinazione. Questo è certo, ma il “particolare” non conta quando si vuole innestare a tutti i costi una campagna contro.

Il signore in questione è un plurimiliardario, un alter ego di Donald Trump: Giorgia lo ha incontrato una prima volta quando andò negli Stati Uniti per una visita ufficiale. Già da allora cominciarono i primi pettegolezzi. “Potrebbe servirci per aiutare la nostra povera economia con investimenti di tutto rispetto che darebbero lavoro a migliaia di persone”. Fantasie, fantasie, anche se  stringere un’amicizia con un personaggio del genere non è proprio un peccato mortale.

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Meloni, Musk, Trump: critiche ad oltranza, ogni pretesto è buono (foto dal web) – Blitz quotidiano

Critiche a tutti i costi

Lo è, invece, per la nostra informazione: quella della critica a tutti i costi. A vincere il primato di un pettegolezzo senza senso è una tv privata che vorrebbe diventare pubblica sostituendosi al Tg3.

Se ne parla durante una trasmissione con sorrisetti e strizzate d’occhio che stanno a dire: “A noi non ce la fanno, dove si nasconde la verità?”. Gli ospiti sono scelti con cura, chi conduce il programma è certo del fatto che non ci saranno sorprese.

Ma non è tutto, c’è di peggio. In determinati casi si è cercato di stuzzicare (eufemismo) la Meloni anche quando, nella stessa occasione parigina, ha avuto un breve incontro con il neo presidente degli Stati Uniti. “E’ una donna fantastica – ha detto Trump – piena di energie”. Potrebbe essere l’interlocutore ideale nelle relazioni transatlantiche?

Qualche organo di informazione statunitense lo scrive e lo evidenzia anche in prima pagina; ma questo particolare di non poco conto viene quasi ignorato dai media nostrani, perché come si fa a criticare Giorgia quando le notizie positive arrivano da così lontano?

Duole scriverlo, ma la verità è che informazioni di questo tipo non sono gradite. A chi, se non alla sinistra italiana per cui ogni occasione è buona per mettere in cattiva luce la prima donna che si è seduta sulla prestigiosa poltrona di Palazzo Chigi?

Innanzitutto, la anacronistica polemica sul fascismo “che non ha mai abiurato”, nemmeno quando i segnali sono chiaramente all’opposto. Poi, il simbolo del suo partito (I Fratelli d’Italia) in cui primeggia ancora la fiamma che ricorda il passato missino di Giorgio Almirante; ancora si mette alla gogna pure la festa di Atreju che si sta svolgendo nella bellissima cornice del Circo Massimo a Roma.

Che cosa vorrebbe l’opposizione per smetterla di biasimare, rimproverare, censurare, stroncare ogni iniziativa dell’esecutivo e del suo leader? Forse non basterebbe nemmeno accordarsi e piegarsi a tutti i desideri di Eddy Schlein; o anche ritenere che sia giusta la rivolta sociale invocata a gran voce da Maurizio Landini. Anche in questi frangenti si andrebbe alla ricerca del pelo nell’uovo. Tanto per non uscire dall’allenamento quotidiano.

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