Partiti nella bufera. L’estate si annuncia molto calda. Fibrillazioni ovunque. Pd, Terzo Polo in particolare. Ma non solo gli unici.Tira aria di malumori e adii. Vediamo.
Gente che va, gente che viene. La pattuglia di Renzi (Italia viva) è in subbuglio. Voci dì addio sono sempre più frequenti. L’insofferenza con il leader Matteo è tangibile anche tra i fedelissimi. Cinque big (irrequieti) sono sulla bocca dei più’: Teresa Belanova, Mariastella Gelmini, Mara Carfagna, Elena Bonetti.
Addirittura Ettore Rosato, ex coordinatore di Italia viva, un centrista che guardebbe a destra. Sia lui che la Bonetti hanno smentito la fuga con un secco “tutte balle”.
Resta il fatto che l’ex ministra da mesi ormai ha stretto un rapporto con la classe dirigente di Azione, soprattutto con gli esponenti Lombardi. Oltretutto Calenda non ha mai fatto mistero della sua profonda stima nei confronti della Bonetti.
Dunque, se 2 più 2 fa ancora 4, le conclusioni vanno in automatico. Le solite voci riferiscono pure di “cene galeotte” di Elena con due altri pretoriani di Renzi: Matteo Richetti e Luigi Marattin. La presunta svolta governista di Renzi cozza con la visione dei fedelissimi che, viceversa, credono nel dialogo col Pd.
Sono parecchie e note. A cominciare da quel che hanno fatto i piddini al Parlamento europeo che hanno votato il cosiddetto “Piano Asp” (Act to Support Ammunition Production) che da’ il via libera alla Unione Europea di incrementare la capacità produttiva di armi e al contempo di rifornire l’Ucraina di missili e munizioni.
In Italia il Pd ha sostenuto in Parlamento l’esatto contrario. Curiosità: oltre ai piddini Pietro Bartolo e Massimiliano Smeriglio si è accodata gran parte della delegazione pentastellata e i Verdi. Voto storico con l’approvazione quasi unanime dei gruppi (505 voti favorevoli, 56 contrari e 21 astensioni). È la prima volta che l’Unione Europea sovvenzionerà direttamente la produzione militare.
Lo strappo è definitivo tra il nuovo PD e Vincenzo De Luca che ha disertato l’appuntamento nel chiostro della Fondazione Foqus (Pd contro l’autonomia differenziata). Bonaccini e Boccia c’erano. La Campania sta con Vincenzo De Luca. La rivolta anti Schlein di Napoli non promette niente di buono.
Nessuno degli uomini di De Luca si è fatto vedere ai Quartieri Spagnoli, complice un consiglio regionale convocato in fretta e furia per sovrapporsi all’appuntamento. Un ordine di scuderia inequivocabile. La Schlein è definita “ cacicca ante litteram “. Antonio Misiani prova a ricucire ma sarà dura.
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