Torino spaccata in due: partigiani e festa tradizionale da una parte e il comico Grillo e i suoi grillini dall’altra per il Vaffa-day 2. In Piazza San Carlo, in una giornata praticamente estiva, sono accorsi in 40mila, per lo più giovani e giovanissimi.
"Dedichiamo questa manifestazione – ha detto Beppe Grillo appena salito sul palco – a coloro che stanno manifestando nell’altra piazza, noi siamo la naturale continuazione dei nostri nonni, di quei valori di quella gente che ha combattuto, ha perso la vita per lasciarci una nazione più libera o quasi. Se avessimo un decimo di cuore di quelle persone o un centesimo di coglioni di quelli noi compiremo un lavoro per loro".
Il comico genovese si è poi rivolto direttamente al capo dello Stato. "Il presidente Napolitano dovrebbe essere il presidente degli italiani, non dei partiti. I partiti non ci sono più", ha detto a proposito del mancato referendum sulla legge elettorale. "Il presidente della Repubblica, ‘Morfeo’ Napolitano, dorme, dorme, poi esce e monita – ha aggiunto Grillo -. Il referendum sulla legge elettorale andava fatto prima delle elezioni non dopo perché farlo dopo è come mettersi un preservativo dopo che si è trombato".
Poi sono arrivate le attese bordate sull’informazione. "Vorrei un giornale pagato da chi lo legge e non dai finanziamenti pubblici", ha detto il comico genovese.
Grillo, citando i tre referendum per l’abolizione dei finanziamenti pubblici all’editoria, per l’abolizione dell’Ordine dei giornalisti e della legge Gasparri, ha ricordato: "Non esiste e non può esistere un Ordine. Chiunque deve essere libero di scrivere. Perché mai ci deve essere un Ordine dei giornalisti e non un Ordine dei poeti?". Grillo ha poi urlato: "Basta con le cose del passato, se vogliamo un Paese giovane e dinamico dobbiamo dire basta".
Beppe Grillo è ritornato ad attaccare Berlusconi ("Testa d’asfalto") e la legge Gasparri: "Pensate – ha detto dal palco – se Obama da presidente fosse anche il proprietario della Fox, della Abc e di altre televisioni". E ha aggiunto che "se Rete4 non va immediatamente sul satellite, come stabilito per legge, l’Unione Europea ci costringerà a pagare 300 mila euro al giorno da gennaio 2006". "Voglio tivù – ha affermato – come la televisione australiana, come la Bbc, pagata da chi la guarda".
"Siamo stufi – ha esternato il comico – che nei giornali e nelle tivù comandino banche, Confindustria, che dicono ai giornalisti quello che devono fare o scrivere. Telefonano alla sera per dare le scalette". Grillo è ritornato a criticare la legge Gasparri: "Vorrei che nascesse un giornale pagato da chi lo legge e la stessa cosa vale per le televisioni".
Grillo ha anche puntato l’indice contro l’Ordine dei giornalisti: "Siamo gli unici al mondo ad avere un ordine dei giornalisti fondato nel 1925 da Mussolini per tenerli in braghe di tela. Già Einaudi diceva che non era necessario un Ordine dei giornalisti. L’informazione – ha aggiunto – deve essere libera e la rete li farà fuori tutti lo stesso. Via le cose del passato, mettiamolo nelle cantine se vogliamo essere un Paese dinamico e veloce".
Il comico ha anche ricordato come nessuno in Italia conosca la reale portata della presenza Nato nel nostro Paese: ”Ci sono 113 basi presenti in quasi tutte le regioni tranne due – ha ironizzato un po’ infelicemente -, la Valle d’Aosta e l’Abruzzo, forse perché non capiscono la lingua”. Nel suo intervento Grillo ha poi puntato nuovamente il dito contro i neo parlamentari condannati eletti in parlamento, e a proposito di Ciarrapico ha detto che al suo confronto il cantante Er Piotta sembra lord Brummel, e non ha risparmiato l’avvocato Franzo Grande Stevens per l’operazione di Equity Swap condotta sulla Fiat alcuni mesi fa. Tra gli esponenti politici presi di mira anche Veltroni, definito ‘topo Gigio’.
"Abbracciamo e ringraziamo coloro che ci hanno permesso di essere oggi qui su questo palco. Grazie ai partigiani di 63 anni fa, oggi siamo noi i nuovi partigiani della libera informazione", aveva detto in precedenza il leader del gruppo musicale Blau grana che ha aperto alle 15 in punto la manifestazione in piazza San Carlo a Torino. Poi è salito sul palco Caparezza, che ha detto di ispirarsi a Gaetano Salvemini "anche lui, come me di Molfetta, che non era gradito per quello che scriveva. Lui per me – ha detto Capareza – rappresenta il 25 aprile".
"Anche il V2-Day di Beppe Grillo "è una forma di festa di liberazione", ha sottolineato er Piotta, il cantante che insieme a Leo Pari e a Radici nel cemento ha scritto il ‘Vday 2.0’ la sigla della kermesse. "Oggi è una giornata particolare, molto sentita – ha aggiunto l’artista romano – e se fosse l’antitesi del 25 aprile noi non saremmo qui. Anche qui c’è una forma di liberazione, che riguarda le nuove frontiere della comunicazione, della difesa della libertà di stampa".
In piazza sventolavano bandiere No-Tav e ovviamente gli striscioni degli Amici di Beppe Grillo. Migliaia le persone che in coda hanno atteso pazientemente per firmare i tre referendum promossi da Grillo sulla informazione. Finora sono state raccolte trentamila firme. Anche il ninistro uscente Antonio Di Pietro, si è presentato a Milano, in Largo Cairoli, per firmare i tre referendum. Tavoli per la raccolta di firme sono stati allestiti in molte città d’Italia.
"Sono d’accordo con Beppe Grillo. Non è un antipolitico", ha detto Adriano Celentano in un messaggio registrato e diffuso oggi pomeriggio dal palco del V2-day. "Bisogna fare qualcosa prima che sia troppo tardi – ha affermato il cantante – per controbattere le falsità che ogni giorno ci propinano". Un saluto a Grillo è stato portato anche dal magistrato di Catanzaro, Luigi de Magistris mentre non c’è Clementina Forleo. "Quella gran donna – ha annunciato il comico genovese – non è potuta venire a Torino".