La democrazia è argine, non lasciapassare. La democrazia come sistema politico di convivenza è stata storicamente pensata e attuata per impedire (impedire!) al popolo o a chiunque si autodefinisse popolo, fosse anche il popolo stesso, di fare come gli pare. La democrazia come sistema che prevede e contempla elezioni, Parlamenti e poteri dello Stato l’uno a garanzia che l’altro non debordi ed esondi, la democrazia è limite, argine, alveo. Entro i quali scorre il fiume della volontà popolare. E il limite, l’argine, l’alveo scavato sono il contrario, sono la barriera all’inondazione dell’onnipotenza di popolo. Dire oggi queste ovvietà è quasi farsi blasfemo di fronte a ciò che una miserevole ed opportunista pedagogia socio politica predica e semina da molti decenni. E cioè che la democrazia sarebbe fare sempre e comunque ciò che il popolo dice, vuole e dice di volere.
Chi, cosa è il popolo?
Ogni gruppo di interessi o ideologica identità o consorteria di lobby dice di essere “il popolo”. E la res publica di fatto accetta questa bugia. Si dice la politica lo faccia per doverosa ricerca e bisogno del consenso. Non del tutto vero, la finzione viene accettata per debolezza. E per progressivo smarrimento del senso e della natura della democrazia. Il popolo, anzi i popoli (perché all’interno di ogni società molti e diversi interessi, identità e lobby) non hanno le stimmate dell’interesse generale. Tutt’altro: la volontà popolare senza argini e senza alveo obbligato (obbligato!) in cui scorrere è da sempre demolitoria della res publica, della salute pubblica. La democrazia è regole, la volontà popolare si ritiene ontologicamente superiore per status ad ogni regola si pensa come assoluta e comunque in grado di sciogliere come solvente ogni regola.
Il popolo è ciò da cui la democrazia si guarda facendo diventare il popolo cittadini ed elettori e non più e non solo gruppi di interesse, corporazioni, identità, masse. La democrazia può certo non piacere o non soddisfare. Infatti è fragile e statisticamente rara. rarissima come sistema politico nella storia degli umani, rara e minoritaria oggi sul pianeta Terra. Fragile perché spesso è democrazia stanca che stanca di se stessa gli stessi umani cui garantisce libertà politiche e civili. Quindi la si può accantonare. O rifiutare. O sostituire. O abbattere. Nella storia è una pulsione costante da quando la democrazia o qualcosa di simile esiste. Quello a cui assistiamo, in varie e molteplici forme, è assedio, strazio e tentato omicidio della democrazia, in nome della…democrazia! Non è in fondo difficile dare carne e ossa e questo ossimoro: basta stabilire il dogma dell’onnipotenza di popolo e poi battezzare se stessi come l’unico vero popolo. Gli altri? Impostori.
Capitol Hill e Brasilia: assalti di popolo
Gli assalti e le invasioni dei palazzi della democrazia a Capitol Hill a Washington e a Brasilia sono stati assalti di popolo. Non tentativi di colpo di Stato di relativamente pochi, magari in divisa, in tonaca o doppio petto. Sono stati tentativi di golpe di popolo. E questo consente, anzi obbliga a considerarli per quel che sono: fascismi per nulla immaginari perché appunto di popolo, di gente. Popolo che fermamente crede di essere l’unico e vero popolo, gli altri sono bastardi o inquinati, sono sub popolo. Popolo che vuole credere (vuole credere, non è stato ingannato) che se le elezioni le vincono i bastardi e gli impuri non possono che essere elezioni truccate, false, non valide. Elezioni cui ribellarsi. Perché i bastardi e gli impuri non possono vincere le elezioni e se le elezioni le vincono, allora le elezioni (e la democrazia) sono complici di bastardi e impuri e quindi sono bastarde e impure anche elezioni e democrazie. E’ questo l’asse, la spina dorsale e insieme la polpa e la carne viva dei fascismi: il popolo che ripudia la democrazia come bastarda e impura. Tu chiamali, se vuoi, altrimenti. Ma a Washington e a Brasilia sono andati all’assalto di popolo contro la democrazia fascismi per nulla immaginari.