Chissà cosa intendono davvero quando dicono psicologo. Un detective che con la sua professionale sorveglianza dell’ambiente intuisce e previene. E anche un tutore dell’ordine e della sicurezza che evita e spegne la devianza. E anche un guaritore che con l’ascolto e la presenza di per sé taumaturgici appunto guarisce e risana, ricompone, contiene. E anche un qualcosa tra l’ingegnere e l’idraulico dei rapporto sociali che costruisce ponti e barriere sparti traffico e satura perdite e psichiche esondazioni e allagamenti. Chissà cosa intendono davvero quando giornali, tv, ministri, politici, sindacalisti, pedagoghi, genitori e affabulanti vari dicono psicologo.
In una scuola di Abbiategrasso l’atto di violenza di un ragazzo di 15 anni contro la sua insegnante, due coltellate non d’impeto ma premeditate. E tutti a dire: psicologo, psicologo, ci vuole lo psicologo nelle scuole! Se c’era lo psicologo in quella e in tutte le scuole italiane…Che succedeva se c’era lo psicologo? Succedeva che, con tutta la sua competenza e dedizione, lo psicologo prendeva onestamente lo stipendio. Punto e più o meno fine. L’idea che la psicologia e lo psicologo siano garanzia e certezza di argine preventivo al disagio mentale, l’idea che lo psicologo sia una sorta di sistema anti incendio preventivo ad ogni manifestarsi di fiamma è tale da suggerire di mandare chi ne è certo…dallo psicologo.