Abete: "Occhio Lotito, non alimentare la cultura del sospetto"

FIRENZE – ''Le dichiarazioni del presidente Lotito vanno lette considerandole da una parte come uno sfogo dettato da un'amarezza comprensibile per una sconfitta arrivata in un momento decisivo come il finale di stagione. Dall'altra, se ci sono eventi precisi, fatti concreti, di nomi e cognomi allora vanno denunciati perche' all'interno del mondo del calcio non si puo' alimentare una cultura del sospetto''. Questo il commento del presidente della Federcalcio Giancarlo Abete, questo pomeriggio a Firenze, sulle accuse mosse dal presidente della Lazio ieri sera al termine della gara persa all'Olimpico, che ha rievocato addirittura tangentopoli. ''Se ci sono problematiche di un certo tipo vanno approfondite con chiarezza – ha continuato Abete a margine della presentazione del libro 'Attaccante nato' di Stefano Borgonovo, in Palazzo Vecchio – se non si approfondisce, si crea solo un enorme confusione. Il mondo del calcio vive una dimensione emozionale, la questione non e' alimentare la cultura del sospetto ma affrontare fatti concreti laddove ci siano situazioni in cui si dovessero ravvisare motivi che vanno oltre un preciso quadro normativo''. Il presidente federale ha poi precisato di non aver sentito direttamente Lotito ne' ieri sera (''comunque io non ero allo stadio'') ne' oggi: ''Vari presidenti, specie in questo finale di campionato, hanno di che ridire, ma con le liste della spesa non si va da nessuna parte. Come giudico la gestione arbitrale? I conti facciamoli alla fine, lo vedra' l'Aia, lo vedra' la federazione, lo vedranno i media e l'opinione pubblica''.

Gestione cookie