Aboubakar Soumahoro si fa misto, passa in Parlamento al gruppo misto. Non senza accorata e pubblica denuncia di sopravvenuta e incontenibile “amarezza”. Amareggiato e sgomento si dice il parlamentare ora ex del gruppo Verdi-Sinistra. Amareggiato, sgomento e, diciamola con lui, tradito appunto da Verdi-Sinistra e un po’ da tutta la sinistra per mancato “supporto politico ed umano”. A sostegno dell’amaro addio che ne aveva fatto un campione del riscatto degli umili e un manifesto delle magnifiche e progressive sorti dell’immigrazione, l’onorevole Soumahoro esplicita una fenomenologia consueta, quella del vittimismo.
“Andava bene il negro da cortile, disturba se vuole fare il salto di qualità”. Ogni riferimento al look sociale esibito dalla compagna è da parte di Soumahoro voluto ed esplicito: c’è indignazione perché alla compagna sono stati rimproverati abiti e accessori da evidente “salto di qualità”. Ma la questione non è questa, la questione è se le risorse finanziarie per quei “salti di qualità” vengano dalla gestione irregolare se non illegale dei fondi pubblici per l’accoglienza migranti. Su questo l’onorevole Soumahoro non comunica emozioni e sentimenti eventualmente nutriti e provati. Magari un po’ di sgomento non avrebbe guastato. Conclude l’onorevole Soumahoro con l’annuncio ufficiale dell’addio a Verdi/Sinistra che lo aveva candidato ed eletto. Addio per sopravvenuta amarezza da abbandono e tradimento. L’eterno ritorno del bue che all’asino dice…