Abu Omar, Il pm: “E’ un terrorista, condannatelo a 6 anni e 8 mesi”

Abu Omar, Il pm: "E' un terrorista, condannatelo a 6 anni e 8 mesi"
Abu Omar, Il pm: “E’ un terrorista, condannatelo a 6 anni e 8 mesi”

MILANO – Sono passati 10 anni e 9 mesi dal sequestro dell’ex imam della moschea milanese di viale Jenner Abu Omar: un’operazione di ‘extraordinary rendition’ post-11 settembre messa in atto da uomini della Cia, già condannati in via definitiva, con il via libera, secondo l’accusa, degli allora vertici del Sismi, il servizio segreto militare italiano.

A distanza di così tanto tempo oggi, quasi a sorpresa, al Palazzo di Giustizia di Milano si è tenuta la prima udienza di un processo in cui l’ex imam non era la vittima ma l’imputato, con l’accusa di terrorismo internazionale. E per lui la Procura ha chiesto una condanna a 6 anni e 8 mesi di reclusione.Abu Omar, infatti, prima di essere rapito il 17 febbraio del 2003 a Milano dagli 007 statunitensi e portato in Egitto dove fu anche torturato, era monitorato dagli investigatori della Digos, coordinati dai pm del pool anti-terrorismo Armando Spataro e Ferdinando Pomarici che indagavano su una cellula integralista islamica.

Tanto che furono gli stessi pm, che contestualmente avevano dato il via all’inchiesta sul sequestro messo in atto dalla Cia con la presunta compiacenza degli uomini del Sismi, a emanare nel 2005 un mandato di cattura internazionale per l’ex imam. Tuttavia, non ebbero mai risposte dalle autorità egiziane, anche quando chiesero di poterlo interrogare e Abu Omar da allora è sempre rimasto in Egitto, dove si trova anche oggi. Mentre sono andati avanti, malgrado i tanti ‘stop and go’ a causa del segreto di Stato, i processi sul rapimento, nulla si è più saputo dell’inchiesta a carico di Abu Omar, accusato di associazione per delinquere con finalità di terrorismo internazionale (l’art. 270bis del codice penale, introdotto dopo l’attentato alle Torri Gemelle).

Il procedimento, infatti, si è arenato sia a causa delle contestuali indagini sul rapimento, sia per problemi di notifiche degli atti, visto che Abu Omar è rimasto a lungo detenuto in Egitto. Fino a che oggi non si è materializzato il processo con rito abbreviato davanti al gup di Milano Stefania Donadeo, con l’ex imam assente (contumace) e difeso dall’avvocato Carmelo Scambia. Secondo l’imputazione, quando era imam della moschea milanese e fino al 2003 avrebbe fatto parte assieme ad altri 13 stranieri (molti dei quali già condannati in via definitiva) di una associazione che aveva lo ”scopo di compiere atti di violenza con finalità di terrorismo in Italia e all’estero all’interno di un’organizzazione sovranazionale localmente denominata con varie sigle (tra cui ‘Ansar Al Islam’)”. Associazione che avrebbe operato ”sulla base di un complessivo programma criminoso condiviso con similari organizzazioni attive in Europa, Nord Africa, Asia e Medio Oriente”.

Il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, che ha ereditato l’inchiesta, ha chiesto 6 anni e 8 mesi di carcere, mentre la difesa l’assoluzione. La sentenza è attesa per il 6 dicembre. Nel frattempo, 23 agenti della Cia sono stati condannati in via definitiva nel settembre del 2012 per il sequestro: tra loro, l’ex ‘capocentro’ a Milano Robert Seldon Lady che lo scorso luglio è stato arrestato a Panama in virtù di un mandato di cattura internazionale, ma invece di essere estradato in Italia è stato fatto rientrare negli Usa. Il caso Abu Omar, in totale, ha prodotto finora 33 condanne, di cui 25 definitive. Lo scorso aprile è arrivata, invece, la grazia del presidente Giorgio Napolitano per il colonnello Joseph Romano. Per il 16 dicembre, infine, è fissata in Cassazione l’udienza per gli ex vertici del Sismi Nicolò Pollari e Marco Mancini, condannati rispettivamente a dieci e a nove anni di reclusione. Mentre pende davanti alla Consulta l’ennesimo conflitto di attribuzione con al centro la questione del segreto di Stato.

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