Afghanistan/ Si sono svolte le “elezioni della paura”, segnate dagli attacchi dei talebani e da 26 morti. Guerra di cifre tra Karzai e Abdullah

Quelle di ieri saranno ricordate in Afghanistan saranno ricordate come le “elezioni della paura”. Infatti la “strategia del terrore” attuata dai talebani per scoraggiare l’affluenza alle urne sembra aver riscosso successo soprattutto nelle regioni del sud del Paese.

In questo modo è stata minata la speranza, da parte del mondo occidentale, che i cittadini afghani accettassero come legittima una tornata elettorale che è stata largamente criticata per i suoi difetti.

Ovunque i ribelli hanno lanciato razzi, fatto esplodere bombe, portato avanti attacchi suicidi presso i siti elettorali. Non appena è cominciato il conteggio dei voti, le autorità afghane hanno annunciato che in tutta la giornata sono stati portati avanti 73 attacchi talebani, che hanno portato alla morte di 26 persone. In realtà, gli attacchi potrebbero essere stati molti di più.

L’affluenza è stata comunque soddisfacente, almeno per Zekria Barakzai, portavoce della Commissione Elettorale Indipendente. A conclusione dello spoglio, ha affermato che l’affluenza alle urne dovrebbe attestarsi tra il 40 e il 50 per cento.

«La partecipazione – ha riconosciuto il portavoce – è stata differente al sud rispetto al nord e al centro del Paese, ma è stata comunque soddisfacente, e mi aspetto che si rivelerà compresa tra il 40 e il 50 per cento». I risultati definitivi della consultazione saranno peraltro ufficializzati soltanto la prossima settimana.

Nel 2004, data della precedenti e uniche elezioni presidenziali libere nella storia afghana, l’affluenza fu del 70 per cento. L’esponente della Commissione Elettorale ha precisato che, per le provinciali, lo spoglio delle schede è tuttora in corso: deve infatti essere ancora portato a termine nelle province di Kabul, Nangarhar, Baghlan ed Herat.

Nel frattempo, a poche ore dalla fine dello spoglio, è subito guerra di cifre tra il presidente uscente Hamid Karzai e il suo avversario, l’ex ministro degli Esteri Abdullah Abdullah.

Il coordinatore della campagna elettorale di Karzai, Deen Mohammad, ha annunciato che il presidente in carica avrebbe ricevuto la maggioranza assoluta al primo turno. Non ci sarebbe bisogno, dunque, di ricorrere al ballottaggio. Il portavoce ha però riconosciuto che spetta alla Commissione Elettorale Indipendente afghana l’annuncio dei dati ufficiali. E la Commissione ha prontamente smentito questo risultato.

Nel frattempo il comitato di Abdullah Abdullah aveva prontamente replicato, annunciando la vittoria del rivale di Karzai. Sayed Aqa Fazil Sancharaki, portavoce dell’ex ministro degli Esteri afghano, ha affermato infatti che proprio Abdullah sarebbe in vantaggio, e con ampio margine: «I risultati che abbiamo ricevuto dai nostri osservatori presso i seggi ci indicano che, nel momento in cui stiamo parlando, noi siamo al 63 per cento dei voti e Hamid Karzai è al 31 per cento».

«Non si tratta di risultati definitivi – ha comunque ammesso Sancharaki – Stiamo ancora ricevendo altri dati dai nostri collaboratori sul campo. Per domani però potremmo esserci».

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