Afghanistan, libero il giornalista del New York Times Stephen Farrell. Ucciso il suo interprete

È stato liberato Stephen Farrell, il giornalista irlandese del quotidiano New York Times rapito sabato 5 settembre dai Talebani nella provincia settentrionale afghana di Kunduz, mentre tentava di raggiungere il sito del controverso bombardamento aereo della Nato che il giorno prima aveva provocato decine di morti, in gran parte civili.

Farrell è stato tratto in salvo con un blitz da unità scelte americane inquadrate nell’Isaf, la Forza Internazionale di Assistenza per la Sicurezza sotto comando atlantico.

Nella stessa operazione, purtroppo, ha invece perso la vita Sultan Munadi, collega e interprete-traduttore afghano dell’inviato speciale, ucciso dai carcerieri.

L’epilogo della vicenda dopo  quattro giorni, durante i quali era stato osservato un rigoroso ‘black-out’ informativo, è stato annunciato da una portavoce della redazione del giornale Usa, Diane McNulty, e ha poi trovato conferma da parte del governatore provinciale di Kunduz, Mohammad Omar, il quale ha precisato che le teste di cuoio dell’Isaf hanno ucciso una donna nell’abitazione dove gli ostaggi erano stati tenuti segregati.

Si tratterebbe della sorella di Mohammad Nabi, un abitante del distretto di Chardara, dove è avvenuta la liberazione, il quale ha poi raccontato che i Talebani erano arrivati con i due prigionieri a poche ore prima a casa sua, e, dopo avergli chiesto riparo, avevano trascorso la notte nell’abitazione.

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