Afghanistan: rivolta dopo operazione Nato, kamikaze nell'est

KABUL 18 MAG L'uccisio – KABUL, 18 MAG – L'uccisione da parte di militari della Nato di quattro persone considerate ''pericolosi terroristi'' del Movimento islamico dell'Uzbekistan ha scatenato oggi la reazione della popolazione nella provincia settentrionale afghana di Takhar con gravi disordini e scontri con le forze di sicurezza che hanno avuto un bilancio di 12 morti e 85 feriti. Poco piu' tardi, a sottolineare le difficolta' delle forze di sicurezza nazionali ed internazionali in Afghanistan, un kamikaze si e' schiantato con la sua auto contro un autobus che riportava decine di cadetti della polizia a Jalalabad, capoluogo della provincia orientale di Nangahar. Il portavoce provinciale Ahmad Zia Abdulzai, ha valutato in 13 le vittime ed in almeno 20 i feriti. Questo attacco e' stato rivendicato dai talebani che per bocca del loro portavoce, Zabihullah Mujahid, ha ricordato che esso va inserito nella Operazione Badar, che si ispira alla prima vittoriosa battaglia dei difensori dell'Islam contro ''le forze del male''. L'ira popolare in Takhar e' scoppiata perche', diversamente da quanto sostenuto in un comunicato della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf, sotto comando Nato), le autorita' locali e la gente del posto hanno assicurato che le vittime, fra cui due donne, erano civili non coinvolti in alcuna attivita' politica. Lo stesso presidente Hamid Karzai ha condannato l'uccisione ''unilaterale'' dei ''membri di una famiglia''. Unilaterale perche' secondo il governatore della provincia, Abdul Jabar Taqwa, il raid dei militari dell'Isaf e' stato realizzato nella notte in una casa del villaggio di Gomali vicino alla citta' di Taloqan ''senza alcun coordinamento con le forze di sicurezza afghane''. Anche su questa vicenda sono intervenuti i talebani. Nel loro sito Internet hanno sostenuto che ''le forze americane hanno invaso la casa del Mullah Khayat, uccidendolo brutalmente, insieme alla moglie, due figlie ed un ospite''. Da parte sua il capo della polizia di Takhar, generale Shah Jahan Noori, ha detto all'ANSA che ''sfortunatamente non si trattava di militanti islamici ma dei civili membri di una famiglia di agricoltori conosciuta da tutti. Fra loro una ragazza di 18 anni ed una donna di 40''. La notizia del raid militare si e' diffusa immediatamente e migliaia di persone sono scese nelle strade di Taloqan dirigendosi verso il Gruppo di ricostruzione provinciale (Prt) dell'Isaf, gestito dal contingente tedesco. Le forze di sicurezza hanno cercato di fermare i manifestanti, ma senza troppo successo ed in incidenti dalla dinamica non chiara sono stati sparati numerosi colpi d'arma da fuoco che hanno causato il pesante bilancio di vittime. .

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